Mentre la Quaresima scorre e ci avviciniamo alla grande celebrazione pasquale, le chiese di tutto il mondo si preparano a rinnovare la loro fede attraverso la preghiera, la carità e la riflessione. Che si tratti di un periodo di digiuno nel cuore del Ramadan, di una giornata di espiazione ebraica o della meditazione di un monaco buddista, il bisogno umano di un tempo dedicato al raccoglimento e alla purificazione è universale. E quest’anno, la Pasqua che unisce le diverse confessioni cristiane diventa un segno ancora più forte di speranza e di unità.
Per i cristiani la Quaresima è un periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua e rappresenta un tempo di penitenza, riflessione e conversione. Inizia con il mercoledì delle Ceneri e si conclude con il triduo pasquale, portando i fedeli a vivere il mistero della resurrezione di Cristo. Quaranta giorni di attesa sono anche un simbolo, richiamano il cammino spirituale dei quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, i quaranta anni del popolo d’Israele verso la Terra Promessa, i quaranta giorni del diluvio universale e quelli che Mosè passò sul Monte Sinai. Non è un numero scelto a caso: rappresenta la preparazione, la prova, la rinascita.
Nel corso della Quaresima, la Chiesa invita i fedeli a un percorso di rinnovamento interiore, fondato su tre elementi fondamentali: digiuno, preghiera e carità. Il digiuno non è solo privazione di cibo, ma anche una rinuncia consapevole a ciò che distrae dall’essenziale. La preghiera diventa un’opportunità per rafforzare il legame con Dio, mentre la carità si esprime nell’aiuto concreto verso chi è più fragile. Il colore liturgico della Quaresima è il viola, segno di penitenza e preparazione spirituale.
Un rituale simile esiste anche nelle altre religioni
Sebbene la Quaresima sia una pratica tipicamente cristiana, molte altre religioni hanno periodi di digiuno, astinenza e riflessione che richiamano questa stessa esigenza di purificazione interiore. Nell’Islam, il Ramadan è un mese sacro in cui i fedeli digiunano dall’alba al tramonto, dedicandosi alla preghiera e alla carità. Nell’ebraismo, il Yom Kippur, il Giorno dell’Espiazione, è caratterizzato da 25 ore di digiuno totale, mentre altri periodi di astinenza sono il Tisha B’Av e il digiuno di Ester.
Anche nell’induismo esistono periodi di rinuncia come il Navaratri, una festività di nove giorni dedicata alla dea Durga, e l’Ekadashi, giorni di digiuno ricorrenti per la purificazione del corpo e dello spirito. Nel buddismo, il digiuno e la meditazione sono elementi centrali dell’Uposatha, mentre il Vassa è un periodo di ritiro monastico di tre mesi.
Il Giainismo, con la sua rigorosa etica ascetica, osserva la festività del Paryushana che significa significa “dimorare e riunirsi“, durante la quale i fedeli praticano lunghi digiuni per la purificazione del karma. Infine, nello zoroastrismo, l’antica religione persiana, il Bahman Fast considerato la più alta forma energetica della religione, prevede un mese di astinenza dalla carne e da cibi impuri, come pratica di purificazione spirituale, da non confondersi con il Brahman, invece, che è un concetto fondamentale dell’induismo e si riferisce alla realtà suprema, eterna e assoluta. In molte correnti induiste, Brahman è considerato il principio divino universale, al di là delle forme personali di Dio.
La Pasqua 2025: Un raro momento di unità
Un elemento particolare della Pasqua 2025 è la sua coincidenza tra le diverse confessioni cristiane. Non è un evento frequente, ma quando accade assume un forte valore simbolico di unità.
La data della Pasqua è stabilita dalla prima domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Tuttavia, le diverse confessioni cristiane seguono due calendari distinti: cattolici e protestanti adottano il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, mentre gli ortodossi orientali seguono ancora il calendario giuliano, che oggi ha un ritardo di tredici giorni rispetto al primo. Di solito, questa differenza porta la Pasqua ortodossa a cadere più tardi rispetto a quella cattolica e protestante. Tuttavia, nel 2025, la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera si verificherà il 13 aprile e la prima domenica successiva, il 20 aprile, coinciderà sia nel calendario gregoriano che in quello giuliano. Un evento simile era già accaduto nel 2017 e nel 2014 e si ripeterà nel 2028 e nel 2031.
Quando la Pasqua diventa un simbolo di dialogo
L’idea di una data unificata per la Pasqua è spesso discussa in ambito ecumenico, ma non ha ancora trovato una soluzione condivisa. Eppure, quando la coincidenza avviene naturalmente, diventa un’occasione preziosa per riflettere sul valore dell’unità tra i cristiani. Al di là delle differenze liturgiche e teologiche, la Pasqua resta per tutti il cuore della fede cristiana, il momento in cui si celebra la speranza, la rinascita, la vittoria della vita sulla morte. E forse, in un mondo sempre più frammentato, questa coincidenza del calendario può ricordarci che ciò che unisce è sempre più forte di ciò che divide.
Forse, al di là del calendario, la vera coincidenza da celebrare è proprio questa: il desiderio, comune a tutti, di rinnovarsi e di trovare nella pace e nella spiritualità un ponte tra passato, presente e futuro.