“Casavacanze -ci dice il cantautore siciliano e genovese di adozione Antonio Clemente, è una parola che evoca l’estate e le località di villeggiatura – come quella ai cui ricordi ho attinto per scrivere alcune delle canzoni di questo mio quinto album – e composta a sua volta da due parole apparentemente antitetiche tra loro: un po’ “Casa”, luogo dell’anima, intimo e rassicurante, e un po’ “vacanza”, ossia viaggio, svago, avventura. In questo senso, casa-vacanze è una sorta di ossimoro che allude ai temi trattati nel disco, riassumendoli in una sola parola (giocando anche con l’etimo della parola vacanze, dal latino “vacans”, che significa “vuoto” o “libero”): la ricerca di una dimensione interiore fatta di raccoglimento e ricordi, mista a una viscerale voglia di evasione, allegria e libertà. Voglia di vivere autentica, in fin dei conti, sia in ampiezza che profondità, tra introspezione ed esplorazione. Inoltre, questo titolo è strettamente legato al mio vissuto personale e ad un mio particolare senso di inadeguatezza che spesso mi ha fatto sentire accolto “come a casa” in luoghi a me estranei e turista o, peggio, straniero in luoghi che invece da sempre sono “casa mia”.
Il disco vede la partecipazione di sedici musicisti (chitarra classica, acustica, manouche ed elettrica, pianoforte, batteria, basso, fisarmonica, violino, violoncello, sax, tromba, tammorra, zufolo, mandolino e percussioni) più un cantante tenore e un coro folk, ed è composto da canzoni caratterizzate da atmosfere allegre ed estive e altre più malinconiche e intimiste, con sonorità che spaziano dal folk, al pop-rock, al gipsy jazz.
Tra i titoli c’è anche qualche “canzone di protesta”, più o meno aspra, e due canzoni in lingua siciliana.
Il 15 gennaio è uscito il primo singolo del disco, “Lu terremmotu” (canzone in siciliano che parla del terremoto del Belice del 1968) con annesso videoclip e da pochi giorni, in vendita in tutti gli store, il CD.