L’edizione 2024 della Targa Florio Classica si è aperta con grande entusiasmo il 10 ottobre, confermandosi come uno degli eventi più iconici dell’automobilismo storico a livello mondiale

Con un numero record di oltre 230 iscritti, la gara celebra la storia dell’automobilismo e il legame profondo con la Sicilia, mantenendo vive le gesta della famiglia Florio, pionieri di questo prestigioso appuntamento.

La città di Palermo, orgogliosa di accogliere la manifestazione, ha ospitato la cerimonia di apertura in Piazza Verdi, con il sindaco Roberto Lagalla che ha sottolineato il ruolo fondamentale della città nella storia della Targa Florio. La manifestazione non è solo una gara, ma anche un evento culturale e storico che attrae celebrità e appassionati da tutto il mondo.

Tra i protagonisti della Targa Florio Classica 2024 spiccano nomi illustri come lo chef di fama internazionale Carlo Cracco, che gareggia su una Mercedes 300 SL, e l’attore Erik Haugen, presente su una Ferrari GTS del Ferrari Club Italia. Haugen, già interprete del film “Ferrari” di Michael Mann, partecipa con l’obiettivo di raccogliere materiale per un nuovo progetto documentaristico dedicato ai giganti del motorsport come Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari.

Una delle novità di questa edizione è il Ferrari Tribute, con oltre 70 Ferrari provenienti da quasi 20 nazioni, tra cui modelli iconici che rappresentano la lunga e gloriosa storia del marchio. La manifestazione vede anche uno spostamento del quartier generale presso il Marina Yachting, mentre il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo rimane il centro nevralgico per la prossima edizione del Targa Florio Rally.

La Targa Florio Classica 2024 continua così a essere un punto di riferimento per appassionati e celebrità, mantenendo viva una tradizione che risale al 1906 e che, anno dopo anno, porta sulle strade siciliane non solo auto storiche, ma anche l’essenza di una passione senza tempo per il motorsport.

Targa Florio: Emozioni senza tempo. Un tifoso e un pilota rivivono per Sicilia Buona le edizioni storiche

Un viaggio tra ricordi ed emozioni con Domenico Ortolano

Domenico Ortolano, uno dei più assidui spettatori della manifestazione, si racconta in questo ricordo:

I miei ricordi sulla Targa Florio risalgono al periodo dell’infanzia, quando, da Montemaggiore Belsito, un piccolo paese delle Madonie, a circa 9 km dal circuito accompagnato dal mio nonno e da un gruppo numeroso di tifosi del paese, mi spostavo nei paesi del versante madonita. La Targa Florio rappresentava l’evento dell’anno, al pari della festa patronale. Quella corsa era passione pura, in un’epoca in cui, nel dopoguerra, non esistevano molti altri svaghi.

Ricordo con nostalgia l’eccitazione che provavo, quando, ci si avventurava, all’alba, attraverso le campagne per raggiungere il circuito. Si cercavano i migliori posti per vedere le auto sfrecciare, in una giornata che si trasformava in un vero e proprio evento di socialità e condivisione. Ricordo l’emozione di sentirmi così vicino alle auto, che passavano veloci, quasi sfiorandomi. All’epoca non c’erano molte misure di sicurezza e il brivido del pericolo faceva parte della incosciente magia di un bambino.

Le macchine più seguite erano quelle della Ferrari e della Porsche, e ogni volta che una Ferrari sorpassava una Porsche, nei cuori dei tifosi italiani si accendeva una fiammata di orgoglio. Ricordo anche il rumore potente dei motori che rimbombava nelle orecchie e l’adrenalina di vedere le vetture affrontare i tornanti. La giornata trascorreva tra gare e attesa, con la trepidazione di scoprire chi avesse vinto, senza i mezzi di comunicazione moderni e conoscere subito i risultati.

Questo ricordo mi da la sensazione di avere vissuto qualcosa di pionieristico, con le corse meno controllate e più genuine. Era una festa! non solo per gli appassionati, ma per l’intera comunità che si radunava attorno al circuito, creando un clima di allegria e armonia. I miei occhi si riempivano di meraviglia nel vedere le auto affrontare il rettilineo di Buonformello a velocità incredibili, mentre tutto il paese era preso dall’emozione di questa competizione storica.

La Targa Florio rappresentava un evento che univa le persone e, nonostante gli anni, ricordo con profondo affetto quei momenti trascorsi con il nonno, legati da una passione che travalicava il tempo e le generazioni”.

Tra mito e passione: Il racconto del pilota Giovanni Di Pasquale

La Targa Florio non è solo una gara. Per chi ha vissuto l’ebbrezza di parteciparvi, soprattutto per i piloti siciliani e palermitani, rappresenta un capitolo speciale della propria vita. L’intervista che segue ci riporta all’edizione del 1988, attraverso i ricordi di Giovanni Di Pasquale, nella vita avvocato, ma pilota per passione, che ha affrontato in più edizioni questa storica competizione.

Le sue parole ci conducono nel cuore della gara: dall’emozione del parco partenza di Piazza Politeama, alle insidie delle prove speciali, fino alle difficoltà superate con il supporto dei meccanici. L’amore per la Targa Florio, trasmesso con grande vivacità, ci ricorda che per molti piloti non era una semplice gara, ma un appuntamento annuale carico di significato, di rivalità sportiva e di spirito di squadra.

La Targa Florio rappresenta una sorta di mito per i piloti locali, non solo una competizione, ma un simbolo di orgoglio siciliano. La gara diventa un’occasione per dimostrare il proprio valore e per sentirsi parte di una tradizione che va oltre lo sport; il momento emozionante della partenza a Piazza Politeama rappresenta la realizzazione del sogno di una vita da piloti, una sorta di traguardo esistenziale ed, in molti casi, professionale. La “sana rivalità” tra i piloti palermitani rappresenta un equilibrio tra competizione e cameratismo che dà un senso alla parola sportività.

Il rispetto reciproco emerge come un valore fondamentale tra i partecipanti, nonostante la pressione della gara. Il consiglio ai giovani piloti di non improvvisare e di conoscere i propri limiti è un invito alla responsabilità e alla consapevolezza, valori importanti non solo per chi pratica sport ad alti livelli, ma anche nella vita quotidiana.

D: Qual è il ricordo più vivace che hai della tua prima partecipazione alla Targa Florio?

    R: Il ricordo più bello della mia prima partecipazione alla Targa Florio, avvenuta nel 1988, è l’emozione provata al parco partenza di p.zza Politeama. La gioia di partecipare alla gara da me più sentita ed amata era immensa, in quel momento realizzavo il sogno della mia vita.

    D: Come ci si prepara per affrontare le sfide del percorso delle Madonie?

      R: Per i piloti siciliani, e palermitani in particolare, la Targa Florio non è una gara come le altre. Ci si prepara con un impegno maggiore perché la voglia di ben figurare nella competizione di casa è tantissima.

      D: Ci sono stati momenti di particolare tensione o difficoltà durante le gare? Puoi raccontarci un episodio specifico?

        R: La gara lunga come la Targa Florio, ai miei tempi, si sviluppava in ben due tappe, con tantissime prove speciali ed era piena di insidie. Nell’edizione del 1988, al primo passaggio della prova Targa, su un salto di un dosso, si ruppe il supporto centrale del motore della mia autovettura. Nonostante ciò, grazie all’impegno dei miei meccanici, conclusi le due tappe vincendo alla fine la mia classe con grande soddisfazione.

        D: In che modo le condizioni del percorso influenzano le prestazioni in gara?

          R: Le condizioni meteo influenzano notevolmente l’andamento della gara. Con l’asfalto bagnato o umido il pilota è chiamato ad essere veloce ma non deve strafare rischiando di provocare un infortunio. Il copilota deve avere l’autorità di gestire il suo pilota al meglio.

          D: Cosa ha significato per te correre nella Targa Florio ?

            R: Per me, così come per i piloti siciliani, la Targa Florio non era una semplice gara come tante altre. La Targa era un appuntamento che si aspettava tutto l’anno. Rappresentava un rally da affrontare con determinatezza e concentrazione massima. Ciò significava che si dovevano effettuare numerosi ricognizioni del percorso, dettare al copilota le note delle prove speciali nella maniera più precisa possibile; nella loro stesura finale rappresentavano l’andamento delle prove speciali, il susseguirsi delle curve, il tutto in linea con il proprio stile di guida.

            D: In che modo hai visto evolvere la Targa Florio nel corso degli anni, sia in termini di regole che di tecnologia?

              R: La maggiore evoluzione la Targa Florio l’ha avuta allorquando la gara valida per il mondiale Marche divenne gara valida per il campionato europeo rally. Questa fu una scelta obbligata. Il percorso stradale misto veloce non si addiceva più ai bolidi che partecipavano al Mondiale Marche, perché estremamente veloci per un percorso stradale come quello della Targa.

              D: Come influisce la rivalità con altri piloti sulle dinamiche di gara?

                R: Tra i piloti palermitani degli anni 80/90 vi era una sana rivalità. Si gareggiava con tanto agonismo ma nel contempo eravamo tutti pronti ad aiutarci nel momento delle difficoltà. Se qualcuno aveva problemi tecnici alla propria vettura poteva sempre sperare e contare nell’aiuto e nella collaborazione degli altri piloti. Comunque, nel momento in cui mettevano il casco e si partiva per la prova speciale non vi erano sconti per nessuno. Posso affermare che a quel tempo tutti noi eravamo, innanzitutto, animati da grande spirito sportivo.

                D: Quali sono state le auto con cui hai corso e quali le loro caratteristiche principali?

                  R: Ho gareggiato dal 1979 al 1991. La mia attività agonistica è iniziata alla guida di una Alfa Sud TI, gruppo 1. Macchina sostanzialmente di serie. Successivamente il gruppo 1 divenne gruppo A. Vettura, quest’ultima, elaborata secondo la fiche di omologazione. I ricordi più belli sono stati quelli vissuti con l’Alfa Sud quadrifoglio verde gruppo A. Con questa vettura ho avuto le mie maggiori soddisfazioni sportive. La mia attività agonistica l’ho conclusa alla guida di un’Opel Kadett GSI gruppo A.

                  D: Quali consigli daresti ai giovani piloti che aspirano a partecipare a gare automobilistiche?

                    R: Ai giovani che vogliono abbracciare questa attività agonistica direi che devono essere consapevoli che durante una gara nulla deve essere improvvisato. Correre non significa essere poco prudenti e superficiali. Correre è, invece, guidare una vettura al massimo, nella piena consapevolezza dei propri limiti.

                    D: Cosa rappresenta la Targa Florio per te oggi e come è cambiata la tua percezione della gara nel tempo?

                      R: La Targa per me continua ad essere la gara per eccellenza ed il mio amore per essa non è cambiato nonostante il lungo tempo trascorso dalla mia ultima partecipazione, avvenuta nel 1990.

                      TARGA FLORIO – IMMAGINI D’EPOCA

                      Giro di Sicilia – Targa Florio 1950 – Archivio Istituto Luce

                      TARGA FLORIO 1986 

                      TARGA FLORIO – ‘IL MITO PERDUTO’