VENERDI’ 3 MAGGIO ORE 12:00
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Sicilia Buona incontra il giornalista Stefano Baudino per parlare di una figura importante nella lotta a Cosa nostra, ovvero Luigi Ilardo
Stefano Baudino si occupa da sempre di mafia e di terrorismo, scrive per “Il Fatto Quotidiano“, “L’Indipendente” e “Antimafia Duemila“, ha scritto anche per “Il Resto del Carlino“, “TPI” e “La voce e il Tempo”: di recente ha pubblicato il libro dal titolo “Luigi Ilardo: morte di un infiltrato”.
Quello di Stefano Baudino è più che un lavoro, è un impegno civile che porta avanti fra la gente e fin dentro le scuole, raccontando soprattutto a chi non ha memoria storica rispetto a queste tematiche, ovvero ai più giovani, la storia della mafia e degli intrecci tra mafia, politica ed istituzioni, vicende che purtroppo contraddistinguono negativamente il nostro Paese e che oggi certa politica vorrebbe riscrivere o cancellare.
Nel corso dell’intervista parleremo di come il legame tra politica e mafie, di cui Ilardo parlò sin dall’inizio della sua collaborazione con la magistratura e molti anni prima dei processi sulla Trattativa Stato-mafia, sia ancora un problema attuale. Che la politica italiana non dia ancora oggi alcun segno di cambiamento in tal senso non è certamente un segnale positivo, ma assistere addirittura al tentativo di normalizzare tali dinamiche, strumentalizzando l’informazione ed i media, è certamente allarmante. Ne parliamo insieme a Stefano Baudino in questa intervista realizzata da Anna Lisa Maugeri per Sicilia Buona.
STEFANO BAUDINO: “LUIGI ILARDO SAREBBE STATO IL NUOVO BUSCETTA”
STEFANO BAUDINO: “Luigi Ilardo non viene raccontato perché è un personaggio estremamente scomodo. Come ha detto Nino Di Matteo, sarebbe stato il nuovo Buscetta, quindi sarebbe stato un collaboratore di giustizia dirompente proprio perché avrebbe alzato il livello delle rivelazioni dicendo cose che nessun altro pentito si sarebbe mai sognato di dire. Ricordiamo che Ilardo fu uno dei primi, se non il primo, a parlare apertamente dell’appoggio politico di Cosa nostra alla nascente Forza Italia.
Sappiamo molto bene che il giorno in cui Luigi Ilardo verrà sentito da tre magistrati, pochi giorni prima di morire, ovvero dal procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli, dal sostituto procuratore di Palermo Teresa Principato e dal capo della procura di Caltanissetta Giovanni Tinebra, incontrerà il colonnello dei carabinieri Mario Mori. Quel giorno, secondo la testimonianza del colonnello Michele Riccio che era presente, Luigi Ilardo dirà a Mario Mori: “’molti attentati che avete addebitato a noi li avete in realtà commessi voi”, riferendosi ad attentati storicamente attribuiti a Cosa nostra. Secondo la testimonianza di Michele Riccio, Mario Mori stringe i pugni, gira i tacchi e scompare dai radar, non si fa più vedere per tutta la giornata.
Pochi giorni prima di diventare ufficialmente collaboratore di giustizia ed entrare nel programma di protezione con la sua famiglia, Luigi Ilardo viene ucciso; accade il 10 maggio 1996 a Catania in via Quintino Sella. Nella sentenza si parlerà poi di una probabile fuga di notizie a livello istituzionale. Sul caso di Luigi Ilardo si sta ancora indagando circa i mandanti esterni dell’omicidio, per adesso sono state accertate soltanto le responsabilità mafiose.”
Puoi seguire Stefano Baudino attraverso il canale Telegram t.me/StefanoBaudino e la pagina Instagram https://www.instagram.com/stefano_baudino/