Ho ascoltato le canzoni di Woody Guthrie quando ero giovane.

Compravo una enciclopedia a fascicoli sulla musica, ognuno di essi era una monografia, e allegata al fascicolo c’era una musicassetta (che conservo ancora). Insomma, una cosa di un secolo fa. Quella allegata al fascicolo su Guthrie e che conteneva otto brani si chiamava “This land is your land”.

Nato in Oklahoma nel 1912, Woody Guthrie conobbe da vicino la miseria e la follia e non badò mai alla sua carriera da musicista, ma si lasciò trasportare da quell’impulso di giustizia e difesa degli oppressi e degli emarginati che imprime un carattere unico ai suoi testi. Basta pensare a canzoni come “Don’t Kill My Baby and My Son” oppure “High Balladree” che raccontano un fatto di cronaca e sono dedicate alla memoria del linciaggio di Laura e Lawrence Nelson, madre e figlio afroamericani linciati il 25 maggio del 1911 nei pressi di Okemah, nella contea di Okfuskee in Oklahoma.

A quel linciaggio al quale presero parte quasi quaranta persone, era presente anche suo padre, Charley Guthrie.

Woody Guthrie non è stato un semplice musicista ma è stato quello che Bob Dylan ha sempre sognato. Viaggi nei vagoni merci, sul tetto del treno, accampamenti nella polvere. Coltelli che volano, sbornie e schitarrate intorno ai falò. La solidarietà tra gli esclusi, la libertà che assapora chi non ha niente. Generoso fino all’incoscienza, Guthrie ha nutrito con la sua vita la storia della musica, felice di immaginare che altri – da Seeger a Dylan, a Springsteen, a Ry Cooder fino a Joe Strummer – ne avrebbero tratto ispirazione. E pure in Italia dove dagli storici Stormy Six fino ai Modena City Ramblers hanno cantato le sue canzoni.

In questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1943 col titolo “Bound for Glory” vibra il ritmo di una autentica avventura e Guthrie è testimone di un’America diversa, l’America anticapitalista degli anni Trenta. Sulla sua chitarra aveva scritto a grandi lettere: “This machine kills fascists”, e l’FBI aveva aperto un fascicolo su di lui.

Ma questa terra è anche la nostra terra, quella che vorremmo e che amiamo, terra di resistenza, pace e accoglienza, e con questo libro Woody Guthrie ci invita a non dimenticarlo mai. Un inno alla musica, all’avventura, alla libertà.

Il libro (per chi ama la musica e la letteratura) pubblicato da “Marcos y Marcos” sarà in libreria a partire dall’8 maggio e si avvale della prefazione del mio autore preferito che è Daniele Benati.

Di Accursio Soldano

ACCURSIO SOLDANO è un giornalista, scrittore e commediografo siciliano. Ha vinto numerosi premi fra i quali il Premio Speciale della Giuria al Parma Music Film, il Primo Premio e Premio della Giuria “Velletri Libris”, il Primo Premio al Concorso Internazionale “Navarro” e il Primo Premio “Teatro Aurelio”. Suoi racconti sono presenti in diverse antologie e in pubblicazioni singole. Ha pubblicato quattro libri, l’ultimo “A viagem in Sicilia de Alberto Caeiro” pubblicato in Portogallo e venduto anche in Brasile e Messico.

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