Danilo Rea Trio in concerto a Segesta: sold out per una serata di grande jazz

Intervista al batterista Mimmo Cafiero realizzata da Francesco Pintaldi

Foto di Michele Pantano

Torna “TalkinJazz” per la sua seconda edizione con una rassegna di tre giorni dedicata alla musica jazz, il 29, 30 e 31 agosto presso il Tempio di Segesta, all’interno del Segesta Teatro Festival 2024.

L’evento è organizzata dall’Associazione per l’Arte in collaborazione con il Parco Archeologico di Segesta, nell’ambito delle attività inserite nel Programma 2024 del Segesta Teatro Festival e sostenuta dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

L’apertura, il 29 agosto, vedrà l’esibizione di Riccardo Del Fra, noto contrabbassista italiano, insieme al pianista americano Aaron Parks e al trombettista siciliano Alessandro Presti. Il 30 agosto sarà dedicato alla chitarra jazz con il Fabio Zeppetella Quartet, che vedrà anche la partecipazione di giovani musicisti siciliani e del pianista Sal Bonafede.

Nel suggestivo scenario del teatro antico di Segesta la rassegna si concluderà il 31 agosto con un evento imperdibile per gli amanti del jazz: il concerto del Danilo Rea Trio.

Questa formazione d’eccezione riunisce tre straordinari musicisti del panorama jazzistico italiano: Danilo Rea al pianoforte, Mimmo Cafiero alla batteria e Nello Toscano al contrabbasso. Il concerto del trio di Danilo Rea a Segesta promette di essere una serata di grande musica, dove la maestria tecnica si fonderà con la passione e l’improvvisazione, caratteristiche che contraddistinguono il miglior jazz.

Un appuntamento assolutamente da non perdere per chi desidera vivere un’esperienza musicale di altissimo livello in un contesto storico e naturale unico

Abbiamo intervistato per il nostro pubblico il batterista Mimmo Cafiero impegnato a Segesta il 31 nella performance del trio di Danilo Rea

D. A Segesta (all’interno del Tempio) continua questo tour estivo siciliano che ha visto il Trio esibirsi a Caltagirone (Scalinata di Santa Maria del Monte), Siracusa (Ara di Ierone Parco Archeologico del Neapolis), Mondello (Tatum Art e Unìco) e che si concludera a Taormina per il “Taormina Jazz Festival 2024”, tutti luoghi di grandi emozioni. Quale esperienza si può trarre da queste serate di musica e di festa specialmente riguardo al genere Jazzistico?

R. Questi luoghi suggestivi e ricchi di storia aggiungono un’atmosfera magica alle esibizioni della trio, creando così un connubio perfetto tra la bellezza dei luogo e la bellezza della musica. Il jazz ha la capacità di creare un’atmosfera di intimità e di condivisione tra musicisti e pubblico, trasformando ogni serata in un momento di pura magia e di profonda connessione emotiva. Il jazz affascina di più quando è suonato nei piccoli club perché questi luoghi offrono un’atmosfera intima e accogliente che permette al pubblico di vivere la musica in modo più diretto e coinvolgente. Inoltre, la storia ci insegna che sono proprio i piccoli locali a dare ai musicisti la possibilità di esplorare e sperimentare liberamente, creando un linguaggio musicale unico e personale attraverso lo scambio di culture e influenze musicali. Questo processo di creazione e di evoluzione continua nel tempo ha reso il jazz un genere sempre più attuale e innovativo, capace di parlare a livello universale e di trasmettere emozioni profonde e autentiche. La cosa straordinaria è che, nonostante ci si esibisse di fronte a un pubblico numeroso e non ristretto come quello dei club, come ad esempio a Siracusa e Caltagirone dove avevamo circa 1000 spettatori a sera, l’atmosfera che si è creata è sembrata quasi quella di un piccolo club. Questi luoghi sono così belli e importanti anche dal punto di vista acustico che, tra la partecipazione silenziosa del pubblico durante l’ascolto e l’applauso finale, la sensazione era quella di suonare in un club intimo.

D. Come ti senti a suonare in un luogo storico e suggestivo come il tempio di Segesta? In che modo l’ambiente influenzerà la vostra esibizione e la vostra interpretazione musicale?

R.Ribadisco quanto detto in precedenza: la novità di quest’anno è che suoneremo all’interno del tempio a Segesta. In passato ho già avuto l’opportunità di esibirmi a Segesta, ma mai all’interno del tempio, e questa sarà un’esperienza che non vedo l’ora di condividere con Danilo, Nello e il pubblico. Ho appreso che l’evento è già Sold Out, quindi non so quanti spettatori ci saranno, ma immagino che saranno circa 800 persone. Sono entusiasta di poter vivere questa esperienza unica e di poter condividere la magia della musica in un luogo così suggestivo e storico.

D. Il jazz è un genere musicale caratterizzato dall’improvvisazione. Come vi preparate per un concerto in cui una buona parte della performance potrebbe essere improvvisata? Avete un tema o un’idea guida da cui partite?

R. A questo punto entra in scena il grande Danilo Rea, un musicista veramente straordinario che conosco da moltissimi anni, circa 30/40. Abbiamo suonato insieme molte volte e recentemente abbiamo intensificato la nostra collaborazione. Danilo è un musicista eclettico con una conoscenza musicale infinita, in grado di spaziare dagli standard del jazz al pop, alla musica leggera italiana e alla musica classica nel giro di pochi secondi. La sua versatilità è incredibile: propone idee e noi creiamo atmosfere uniche, cercando di interpretare ogni brano in modo diverso attraverso giochi ritmici e arrangiamenti
istantanei. Anche se abbiamo un repertorio più o meno stabilito, spesso aggiungiamo brani nuovi all’ultimo momento, senza averli organizzati precedentemente. La creatività e la spontaneità di Danilo rendono ogni esibizione un’esperienza unica e sorprendente. Si spazierà da brani dei Beatles, Radiohead, Lady Gaga, Adriano Celentano, De Andrè, Elton John a anche brani siciliani come “Vitti ‘na crozza”, e perché no, anche Puccini potrebbe essere interpretato e suonato. Ovviamente qualche standard classico del repertorio jazzistico non mancherà.

D. Danilo, ha collaborato con molti grandi artisti nella sua carriera. Ci sono esperienze o collaborazioni passate che hanno influenzato particolarmente il tuo modo di suonare e che possiamo ritrovare nella tua musica oggi dopo questa esperienza?

R. La mia grande fortuna, per il modo in cui suono, è quella di avere iniziato come percussionista prima di passare alla batteria. Il mio approccio caratteristico è fortemente influenzato dalla percussione, il che mi differenzia dai batteristi tradizionali. Questa diversità mi ha portato a sviluppare una certa creatività nel modo in cui affronto lo strumento e nella maniera di interagire con musica. Naturalmente, mi hanno anche influenzato tutti i musicisti con cui ho collaborato che fin dagli anni settanta hanno contribuito a plasmare la mia musicalità. È stato importante e determinante tra l’altro suonare con rappresentanti internazionali, da tradizionalisti come Paul Jeffrey ai musicisti più moderni come Enrico Rava, e sperimentare esperienze con orchestre e piccoli gruppi. Ho sempre ascoltato molta musica e, non essendo un fanatico della batteria e della percussione nel senso tradizionale, mi dedico all’approfondimento dell’ascolto di pianisti, bassisti, sassofonisti e di tutti gli altri colleghi che suonano strumenti diversi dal mio. Ritengo fondamentale, per la formazione musicale, dover studiare ed ascoltare attentamente gli altri strumentisti, poiché è con loro che si condivide il palco e la loro conoscenza profonda porta ad una buona intesa che ottimizza al meglio le performance. Per concludere, vorrei aggiungere i miei allievi, che sono stati una ulteriore fonte di ispirazione importante per la mia formazione musicale, avendo avuto tra l’altro il privilegio di annoverare tra loro alcuni dei più rappresentativi musicisti che esportano la ricchezza musicale siciliana nel mondo.

Chi sono i musicisti del Danilo Rea Trio

Danilo Rea

Danilo Rea, nato a Vicenza il 9 agosto 1957, è uno dei pianisti jazz più acclamati a livello internazionale. Diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, Rea ha costruito una carriera straordinaria grazie alla sua capacità di improvvisazione e alla versatilità che lo vede spaziare con naturalezza tra jazz, pop, rock e musica classica. Ha collaborato con icone della musica come Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Phil Woods, Mina, Domenico Modugno, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Riccardo Cocciante, Gianni Morandi, dimostrandosi un artista completo e innovativo. Rea è stato membro di importanti gruppi jazz, tra cui il Trio di Roma e Doctor 3 e si è affermato come una figura centrale nel panorama musicale contemporaneo.

Doctor 3 è un trio jazz italiano formato da Danilo Rea al pianoforte, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria. La loro avventura musicale inizia nel 1997, quando si uniscono per creare il loro primo album, The Tales of Doctor 3. Questo debutto riscuote un enorme successo, tanto che viene riconosciuto come miglior album italiano dell’anno dalla rivista Musica Jazz nel 1998 e il premio, come miglior gruppo jazz italiano, nel 1999, 2001 e 2003, grazie al referendum annuale Top Jazz della stessa rivista. Nel corso degli anni, Doctor 3 ha pubblicato numerosi album, contraddistinti da un approccio originale che utilizza la canzone italiana come base per sofisticate improvvisazioni. Riuscendo a reinterpretare un vasto repertorio musicale in chiave jazz, spaziando dai classici di Pietro Mascagni a brani di artisti contemporanei come Sting, dai Beatles ai Red Hot Chili Peppers, fino alle composizioni di Domenico Modugno e Tom Waits.

Nello Toscano

Nello Toscano (nato a Brescia nel 1952) è un contrabbassista di grande esperienza e riconoscimento.
Con una carriera che abbraccia vari generi del jazz, Toscano si è guadagnato la reputazione di essere un musicista affidabile e innovativo, sia come leader che come membro di ensemble. Sebbene nato a Brescia, è cresciuto a Catania, città che considera la sua vera casa. Fin da piccolo, ha iniziato a studiare chitarra sotto la guida del padre, un abile mandolinista. Dopo aver conseguito la laurea in filosofia, Toscano ha deciso di concentrarsi sul contrabbasso, diplomandosi presso il Liceo Musicale V. Bellini di Catania.

Nel 1986 ha perfezionato le sue abilità frequentando un corso con il celebre contrabbassista Dave Holland, e successivamente ha studiato a Parigi con George Russell. La sua passione per il jazz e la composizione lo ha portato a sperimentare nuove combinazioni tra musica scritta, elettronica e improvvisazione. Il suo stile jazzistico unisce tradizione e avanguardia, una dualità che si riflette nei suoi progetti e nelle produzioni in cui è leader. Artista versatile, Toscano compone anche musiche per balletti e teatro. Nel 1994 ha pubblicato Winter Sky, un album di grande valore registrato in quintetto con Enrico Rava alla tromba.

Nel 1995 dà vita all’Associazione Culturale Anaglyphos organizzando numerosi Festival e attività formative attraverso corsi e seminari che incrementano la diffusione del jazz in Sicilia. Inoltre crea una etichetta discografica denominata ANAGLYPHOS RECORDS. Dal 1998 è direttore e produttore della OJdM (ORCHESTRA JAZZ DEL MEDITERRANEO) della quale è stato fondatore. In seno ad essa si sono formati numerosi talenti, basti citare Dino Rubino, Francesco Cafiso, Tony Cattano, Antonella Leotta. La OJdM è stata diretta da grandi maestri come Gianni Basso, Bob Mintzer, George Gruntz, Maria Schneider, Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco ed ha ospitato numerosi solisti tra questi Enrico Rava e Fabrizio Bosso. Recentemente con l’orchestra ha realizzato un progetto su NORMA di Vincenzo Bellini con arrangiamenti di Paolo Silvestri e Paolo Fresu in qualità di solista.

Nel 2018 è stato pubblicato il Cd per l’etichetta ‘Tuk Music’. Nello Toscano durante la sua carriera
ha inciso diversi dischi a suo nome, e come session man vanta registrazioni con Enrico Rava, Massimo Urbani, Phil Woods, Paolo Fresu, Pietro Tonolo, Gianni Basso, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, Roberto Gatto, George Robert, Stjepko Gut, Francesco Cafiso, Dino Rubino e molti altri. Oltre che musicista è anche un didatta e ideatore di progetti musicali. Ha svolto inoltre l’attività di insegnante di storia e filosofia presso alcuni licei di Catania.

Mimmo Cafiero

Mimmo Cafiero ha influenzato il jazz in Sicilia per oltre mezzo secolo. Nato a Palermo, ha studiato pianoforte e ha cantato nel coro del Conservatorio Vincenzo Bellini dall’età di 11 anni. Imparando a suonare le percussioni tre anni dopo, ha iniziato a frequentare diverse jam session, spesso frequentate da musicisti di jazz stranieri tra cui Ian Carr e Oliver Lake. Membro del gruppo del vibrafonista Enzo Randisi dal 1978 al 1981, ha registrato due album e ha fatto un tour in Spagna. Accettando di far parte della Brass Group Big Band, un’orchestra di 20 elementi nel 1983, ha avuto l’opportunità di lavorare con direttori ospiti come Mel Lewis, Sam Rivers, Toshiko Akiyoshi e Archie Shepp.

Ha fatto parte anche della Big Band diretta da Bruno Biriaco nel 1984 che si è esibita su RAI UNO per diversi mesi in occasione della trasmissione “Domenica in”. Ha registrato per la Rai Fonit Cetra nel 1987 un disco contenente proprie composizioni. Nel 1988, dopo aver fatto parte per due anni della band del pianista Romano Mussolini in oltre 500 concerti effettuati in tutta Italia, Cafiero si trasferisce a Roma dove insegnerà percussioni presso la scuola di musica “Lab 2”. Durante i tre anni in cui è rimasto a Roma, ha registrato due album da solista, “I Go, poco dopo il suo arrivo, con Paolo Fresu ospite nella sua band, e Moon and Twenty Five, con ospite del suo quintetto il chitarrista Kurt Rosenwinkel, nel 1990.

Ritornato a Palermo nel 1991, Cafiero ha fondato la Open Jazz School, una scuola che ha annoverato tra i suoi allievi alcuni dei migliori jazzisti siciliani di oggi. Cafiero ha costantemente lavorato per migliorare lo stato del jazz in Sicilia. Ha svolto il ruolo di Presidente del comitato regionale dell’Associazione Nazionale Musicisti Jazz, nel 1991, contribuendo a coordinare la pubblicazione del primo audio-catalogo del jazz siciliano con la produzione di tre CD, “Sicilian Jazz Collection vol. 1,2 e 3”.

Nel 1995 ha registrato l’album “Live in Brussels” con il suo trio, nel 1996 ha girato l’Italia con il quartetto di Joey Calderazzo e ha diretto la sua Open Jazz Orchestra in vari tour. Tra il 1999 e il 2005 ha preso parte negli Stati Uniti a numerosi concerti insieme alla Duke University Jazz Orchestra insieme al tenor sassofonista Paul Jeffrey. Mimmo Cafiero ha collaborato spesso con Enrico Rava, Danilo Rea, Harvie S, Hal Crook e ha registrato una quarantina di dischi con alcuni dei più importanti musicisti della scena jazzistica internazionale esibendosi con loro in Europa e Nord America. Ha anche collaborato con Mick Goodrick, Steve Grossman, Gianni Basso, Massimo Urbani, Tony Scott, Riccardo Zegna, Joey Calderazzo, Enrico Pieranunzi, Sheila Jordan, Bob Mintzer, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, Lee Konitz e tanti altri.