Maurizio Piscopo - Raccontare Sciascia"Raccontare Sciascia" - di Maurizio Piscopo

di Daniela Balsano

Ricevo una telefonata da un mio amico e collega, il Maestro Gioacchino Zimmardi, che mi chiede la disponibilità alla presentazione di un libro dal titolo “Raccontare Sciascia”. Chi mi conosce sa quanto ami la letteratura siciliana e, infatti, i miei alunni ogni anno sono costretti a seguire un percorso ad hoc sui grandi autori siciliani. In questo caso, però, ho una doppia fortuna: parlare di Sciascia e incontrare un altro grande autore: il Maestro Maurizio Piscopo, il cantore di storie che con la sua fisarmonica fa sognare grandi e piccini.

È stata una delle presentazioni che mi ha maggiormente commosso per la semplicità e al contempo la straordinaria grandezza di un uomo che ai bambini, alla musica e alla letteratura ha dedicato la propria vita fino a farne un’opera d’arte. Non poteva, ovviamente, mancare l’intervista successiva per Casi Quotidiani ed ecco le mie domande.

L’intervista di Daniela Balsano per la rubrica Casi Quotidiani

D: Chi è Maurizio Piscopo?

R: Sono una sorta di cantastorie, un #maestro sognatore e ribelle che usa una vecchia fisarmonica per raccontare ai bambini le storie del mondo. Ho girato molti paesi e città, ho vissuto a Milano e Parigi. Provengo da Favara, il paese del film di Pietro Germi “Il Cammino della speranza”. Favara è nel mio cuore, ma resta pur sempre un paese difficile e amaro che mi ha insegnato ad affrontare le difficoltà della vita.

D: Come nasce raccontare Sciascia?

R: Nasce da un viaggio. Un giorno sono andato a Racalmuto per la presentazione del libro di Salvatore Campanella dal titolo “Asini, Preti, Cantastorie” pubblicato da Armando Siciliano. Alla fine della presentazione, eseguii per la prima volta alla fisarmonica la composizione Tema di Regalpetra dedicata a Racalmuto e allo scrittore Leonardo Sciascia. Quando il sindaco, Vincenzo Maniglia, e l’assessore alla cultura, Enzo Sardo, ascoltarono il brano rimasero affascinati e proposero la cittadinanza onoraria. L’incontro con Angelo Campanella, scrittore raffinato, ha fatto tutto il resto. All’inizio Angelo Campanella ha avuto qualche perplessità, diceva che su Sciascia era stato scritto tutto. Ma io ho insistito molto e ho voluto fortemente che il libro uscisse nell’anno del centenario. Il libro è arricchito dalla prefazione di Salvatore Ferlita, dall’intervista a Franco Nicastro e all’alunno del cuore del maestro Leonardo Sciascia, Giacomo Lombardo e dalle splendide fotografie di Angelo Pitrone. Il libro è stato pubblicato dall’editore Ottavio Navarra ed è stato un successo. Ha avuto più di 70 recensioni ed è stato adottato da molte scuole siciliane.

D: Sicilia terra bella e maledetta?

R: La Sicilia è una terra meravigliosa ma ha molte contraddizioni. È un’isola piena di artisti ma continua a soffrire, con numerosi emigranti sparsi in tutto il mondo. È una terra esagerata in tutto, nella bellezza, nei colori, nel mare cristallino, nella cucina unica al mondo, nei dolci, nei monumenti, nella musica e ha la maledizione della mafia. La Sicilia, come ha scritto Johann Wolfgang Goethe, rimane la chiave di tutto…

D: Sciascia, Piscopo e la fede

R: Ho incontrato più volte il maestro Leonardo Sciascia ad Agrigento, a Racalmuto, a Palermo e a Parigi. Parlare con lui è stato sempre un arricchimento spirituale. Il maestro guardava molto lontano e come i grandi maestri aveva una visione del mondo lungimirante. Più volte mi ha incoraggiato a fare il maestro a non perdere i contatti con la Sicilia e soprattutto con i bambini da cui tutti abbiamo tanto da apprendere. A proposito della fede il maestro di Regalpetra sosteneva che “La fede altro non può essere se non scommessa già vinta. Ma anche se non nei termini della puntata ad un gioco con per posta l’infinito, la preoccupazione dell’aldilà, la speranza di non morire è il tutto di una religione”.
Sciascia fu un uomo di profondissima spiritualità. Per tutta la vita lesse e rilesse la Bibbia. Sul comodino teneva la famosa traduzione di Diodati che apriva quotidianamente. Sosteneva di credere in Dio “come tutti”. Era un uomo alla ricerca della verità e, come disse Antonio Nuzzo: “Chi cerca la verità cerca Dio”.

D: Il prossimo lavoro letterario…

R: Un nuovo testo dal titolo “La vita è un alfabeto”, un libro-dono dedicato a tutti i bambini che ho conosciuto nella mia lunga esperienza di maestro di frontiera, una sorta di viaggio nelle lettere dell’alfabeto, con storie allegre, tristi, fiabesche, malinconiche, struggenti, che fanno riflettere e sognare grandi e piccini. Il libro è illustrato dai #disegni di Tiziana Viola Massa con la prefazione di Salvatore Ferlita. Un libro molto travagliato, con diverse revisioni, al quale ho lavorato più di tre anni. Una scommessa con me stesso e con la professione del maestro, un mestiere molto bello e difficile allo stesso tempo che resta nell’anima dei bambini per sempre.

Ritratto di Vincenzo Roberto Gatto

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