Il Prof. Gandolfo Dominici nel mirino de Il Messaggero
In un articolo del 20 Settembre, Il Messaggero ha pubblicato la notizia della sospensione di un dirigente scolastico di Palermo, punito così per avere postato su Facebook un meme in cui si accostava l’obbligo di green pass ad Auschwitz.
Il professore in questione è GANDOLFO DOMINICI, intervistato recentemente su Siciliabuona per parlare degli appelli da lui promossi contro l’obbligo di green pass nelle università.
La fake news: cosa ha scritto Il Messaggero?
Nell’articolo de Il Messaggero si legge: “Sospensione arrivata nei confronti del dirigente scolastico di Palermo che ha associato il Green pass ad Auschwitz: avviato un procedimento disciplinare e contestualmente il prof è stato sospeso dal servizio. Lo si apprende da fonti del ministero dell’Istruzione. Il dirigente aveva fatto su Facebook un post che rievocava Auschwitz con la scritta «il Green pass rende liberi», con tanto di fotomontaggio a corredo”.
Notizia che, a voler pensare male, sembrerebbe un monito per quanti contestano il green pass, specie nel mondo della scuola. Peccato che la notizia relativa alla sospensione del “preside” Dominici sia una fake news, mal riuscita, da smontare pezzo per pezzo.
Anzitutto il Professore Gandolfo Dominici non è un dirigente scolastico ma Professore Associato di Marketing e Business Systems all’Università degli studi di Palermo, ma cosa ancora più importante non è stato sospeso e non c’è ad oggi nessun procedimento disciplinare nei suoi confronti.
Anche i giornali più rinomati devono fare attenzione alle proprie fonti e verificarle meglio.
Le fake news necessarie
Questo genere di notizie sono oramai all’ordine del giorno, in particolar modo quelle che raccontano di insegnati untori e pericolosi, non solo per ragioni “sanitarie”, ma anche per aver espresso la propria contrarietà in merito alle strategie politiche discriminatorie attuate in tempi di pandemia, perciò punibili e spesso puniti.
Docenti, filosofi, medici e persone note ed influenti sono state ridicolizzate per aver espresso dubbi e contrarietà all’utilizzo del green pass, specie quando discrimina lavoratori, docenti e gli stessi studenti, pregiudicando persino il diritto allo studio.
Ma il mondo dell’informazione mainstream è sempre più compatto, difende ad oltranza le scelte del Governo e tenta di ridicolizzare e criminalizza chiunque le contesti.
A tale scopo torna sempre utile una fake news costruita ad arte per indirizzare l’opinione pubblica, ma probabilmente anche per incutere timore nei lavoratori e nei cittadini in generale, inducendoli a pensare che anche solo esprimere il proprio libero pensiero possa esporli a sanzioni e misure disciplinari, nonché alla gogna mediatica.
La lettera a Il Messaggero
Gandolfo Dominici ha inviato una lettera alla redazione de Il Messaggero con la quale chiede di rettificare quanto pubblicato nei giorni scorsi circa la sua sospensione, inoltre spiega le motivazioni ed il reale intento del tweet provocatorio di cui hanno dato notizia i giornali nelle ultime settimane, ribadendo ciò che aveva già raccontato nel corso della nostra recente intervista.
Di seguito riportiamo integralmente il contenuto della lettera
Il Prof. Dominici nella lettera
Spettabile Redazione de Il Messaggero,
In relazione al vostro articolo al seguente link:
Si fa presente che quanto scritto nel sopracitato articolo è non veritiero, e potenzialmente diffamatorio nei confronti della mia persona. Si chiede pertanto la Rettifica ai sensi dell’art. 10 della legge 6 agosto 1990, n. 223 “Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato”
Il sottoscritto non è Preside e non è stato sospeso.
Ritengo sia doveroso per la veridicità e la completezza dell’informazione esporre quanto segue.
Gli attacchi e l’attenzione nei miei confronti hanno avuto inizio all’indomani della pubblicazione della notizia sulla stampa nazionale dell’appello di 36 accademici di 9 paesi al Consiglio d’Europa che, in sintesi, chiedeva di tutelare il diritto allo studio, al lavoro e alla non discriminazione e nel contempo di garantire una maggiore sicurezza sanitaria effettuando test rapidi gratuiti all’ingresso degli atenei per tutti (vaccinati e non). Sulla stessa linea infatti, insieme al collega Salvatore Cincimino, avevamo proposto – già prima di tale appello al Consiglio d’Europa – la gratuità dei test con una Lettera aperta al Rettore dell’Università di Palermo; tale proposta è stata oggetto di violenti attacchi da parte di molti.
Sebbene si trattasse di un Tweet in risposta al segretario del PD in qualità di privato cittadino e al di fuori delle mie attività istituzionali nell’Ateneo – durante le quali mai ho parlato e mai parlerò di politica – sono emerse delle nette divergenze di opinione tra me ed il Rettore uscente dell’Università di Palermo – già candidato alla Presidenza della Regione Siciliana nelle fila PD nel 2017- Fabrizio Micari, apparse in numerose testate giornalistiche.
L’intera vicenda rientra nella libera espressione delle opinioni garantita dall’art. 21 della Costituzione.
Nei sopra citati scambi è stato chiarito che il senso del “re-Tweet” di quattro parole (“non fa una piega”) al tweet di Enrico Letta “Il vaccino è libertà” – utilizzando un noto “meme” che circola da oltre un anno nei social – era da intendersi nel senso “Allora lo stai dicendo tu!”. Il senso del mio pensiero in merito – che probabilmente non è stato compreso da molti a causa della sintetica brevità tipica di Twitter – è stato più volte chiarito in diversi articoli apparsi sulla stampa oltre che sugli stesi social da cui era originata la polemica. Tale mio pensiero era riferito alla frase in sé, ed è stato frainteso (forse volutamente) da alcuni nel senso di volere paragonare la vaccinazione all’infame assassinio degli ebrei nei campi di sterminio nazista. La mia critica a quanto twittato dal segretario del PD Letta è da intendersi, infatti, nel senso che frasi propagandistiche – come “il lavoro rende liberi” del nazismo o “il vaccino/green pass rende liberi” o “il vaccino è libertà”- mirano a subordinare la libertà ad una azione prescritta da un governo che “concede” – solo a chi adempie a determinati precetti – quelli che un tempo erano diritti fondamentali inviolabili ed inalienabili di ogni cittadino.
Per finire cito una recente intervista (https://www.youtube.com/watch?v=CH716CrLh2U) a Vera Sharav, sopravvissuta all’Olocausto, dove dichiara: “Il green pass ha un parallelo diretto con l’Olocausto”. Dunque se tale parallelismo inquietante del nostro tempo con il preludio all’Olocausto è stato evidenziato da chi ha vissuto quella tragedia e denuncia il pericolo rappresentato dall’utilizzo della medicina come arma, non vedo come possa essere criticabile un tweet con un meme provocatorio a un segretario di partito!
In attesa di sollecito riscontro, ai termini di legge
Palermo, 23 Settembre, 2021
Prof. Gandolfo Dominici