TRAPANI, LA SCOPERTA DELLA PERGAMENA ARABA CON CARATTERI CUFICI NELL’ARCHIVIO DIOCESANO

Si è concluso un progetto di ricerca che ha coinvolto studiosi della Università Statale di Milano, dell’Archivio Diocesano e del Museo San Rocco di Trapani. L’oggetto è stato lo studio di un foglio di pergamena reperito in una legatura conservata presso l’Archivio Diocesano di Trapani, finora inedito, in caratteri cufici: lo stile e le caratteristiche generali del reperto hanno consentito al prof. Giuseppe Mandalà, dell’Università Statale di Milano, di identificarlo come una pagina di Corano databile tra IX e X secolo dopo Cristo; il foglio contiene alcuni versetti della sura/capitolo delle Api (Corano XVI: 8-11).

Si tratta di una delle più antiche testimonianze manoscritte del libro sacro dell’Islam presenti in Sicilia, invero alquanto rare, che si aggiunge al “Corano di Palermo”, un manoscritto datato al 372 della Ègira/982-3 dopo Cristo, sicuramente di origine siciliana oggi, in gran parte, conservato a Istanbul. Campioni prelevati dal frammento, sottoposti ad analisi scientifiche presso i laboratori dell’Università di Cambridge, ne hanno confermato la natura di pelle di pecora. Il Prof. Mandalà ha in corso uno studio scientifico sul frammento, che presto sarà edito in una rivista specializzata.

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Mandalà, Professore Associato di Storia dei Paesi Islamici all’Università Statale di Milano

Giuseppe Mandalà, Professore Associato di Storia dei Paesi Islamici all’Università Statale di Milano

Prof. Giuseppe Mandalà: “Si tratta innanzitutto di un foglio del Corano della Sura 16esima, la cosiddetta Sura delle Api, che contiene alcuni versetti del Corano, precisamente i versetti che vanno dall’8 all’11, scritta in caratteri cufici, che è la più antica grafia dell’arabo. È un reperimento particolarmente significativo perché proviene  dalla copertina di un registro parrocchiale, attualmente conservato presso l’archivio storico diocesano di Trapani, proveniente da la chiesa di San Michele a calatafimi e ed

È una scoperta importante per tanti motivi, il primo dei quali è che non possediamo, al di là delle fonti scritte, notizie della materialità dei manoscritti del Corano, ma anche di altre opere letterarie, circolanti o copiati in Sicilia durante il periodo islamico che va dallo sbarco dei musulmani a Mazara del Vallo nell’827 d.C. fino alla conquista di Noto da parte dei Normanni nel 1091. Un periodo cruciale per l’identità siciliana che è tanto stato chiamato e evocato dalla storiografia qualificandolo come un periodo d’oro.

Questa pergamena mi è stata segnalata dalla dottoressa La Via per il tramite degli amici Michele Giacalone e Paolo Barresi, sono stato invitato a visitare l’Archivio Storico Diocesano di Trapani e subito mi sono accorto dell’importanza del rinvenimento. Non abbiamo molti manoscritti copiati o circolanti in Sicilia durante il periodo islamico, uno sicuramente è il cosiddetto Corano di Palermo, oggi in gran parte conservato a Istanbul e in piccola parte in una collezione privata che si data al 372 dell’Egira.  

È possibile che questo foglio abbia circolato o sia stato conservato in qualche maniera nelle biblioteche dell’isola e che sia sopravvissuto al tempo e al passare dei secoli attraverso storie anche rocambolesche che non ci è dato ricostruire. Certamente alcuni indizi, alcune frasi vergate in siciliano lasciano ipotizzare alcuni percorsi di trasmissione di questo frammento. Il fatto che questo reperto sia stato trovato proprio in quella città, Calatafimi, e in quella zona della Sicilia ci racconta sicuramente l’importanza del Corano nelle società islamiche di ogni tempo e anche nella Sicilia medievale.

Bisogna rompere un pregiudizio di lungo corso, cioè che la cultura araba islamica, e in particolare il passato islamico, non appartenga alla nostra storia, che venga visto come qualcosa di diverso e di estraneo rispetto al nostro passato, alla nostra identità italiana e europea in senso antropologico”.

Cosa contiene questa pergamena?

Prof. Giuseppe Mandalà: “La pergamena rinvenuta contiene i versetti dall’otto all’undici, ci trasmette un versetto particolare, il versetto 8 in cui si magnificano i segni della grazia di Dio verso i musulmani. Vi leggo il contenuto di questi versetti nella bella traduzione di Alessandro Bausani: E cavalli e muli ed asini v’ha dato perché li cavalchiate, ornamento bello, e sta creando ancora cose che voi non sapete. È Dio che dimostra la via e c’è chi se ne allontana, ma se avesse voluto v’avrebbe certo guidati tutti assieme. È lui che fa scendere acqua dal cielo per voi e ne bevete e ne crescono gli alberi tra i quali spingete a pascolare gli armenti e ne fa crescere per voi e il frumento e l’olivo e le palme e le viti e ogni specie di frutti, e certo un segno è ben questo per gente che sa meditare”.

Mons. Liborio Palmeri, Direttore dell’Archivio Diocesano AXIS MAB di Trapani

Mons. Liborio Palmeri: “Siamo felici di poter finalmente annunciare questa scoperta. La pergamena ritrovata è la testimonianza di un rapporto con il mondo arabo e con l’Islam molto profondo nel territorio siciliano. Grazie anche alle analisi che sono state fatte a Cambridge in due anni di lavoro la squadra è riuscita a portare a termine questa piccola impresa. Voglio ringraziare in primo luogo la nostra vicedirettrice Stefania La Via, il Dottor Michele Giacalone, il Professore Giuseppe Mandalà e il professore Paolo Barresi. A tutti loro va la mia gratitudine e la gratitudine della nostra Diocesi, a dimostrazione che il nostro archivio è veramente un archivio capace non soltanto di fare il lavoro ordinario, ma di intraprendere anche imprese scientifiche di più alto valore”

Stefania La Via, Vicedirettrice dell’Archivio Storico della Diocesi di Trapani

Dott.ssa Stefania La Via: “La Diocesi di Trapani e l’Archivio Storico Diocesano trapanese hanno il piacere di rivelare il frutto di uno studio che è durato circa due anni su un oggetto particolare, unico e raro: si tratta di un frammento di pergamena in caratteri cufici, esattamente una Sura del Corano. Il reperto è stato ritrovato in occasione della riapertura al pubblico dell’archivio storico diocesano nel 2011. Durante il riordino della serie delle pratiche matrimoniali e degli Stati liberi abbiamo ritrovato questo frammento che era la coperta di un registro di annotazioni matrimoniali della prima metà del 500, della zona del territorio che anticamente si chiamava la terra di Calatafimi. È stato contattato un pool di studiosi per studiare nel dettaglio questo frammento, una collaborazione di studiosi tra l’Archivio Storico Diocesano di Trapani, l’Università di Milano e l’Università di Cambridge in Inghilterra. Lo studio approfondito della pergamena ha rivelato dei dettagli particolarmente interessanti e importanti che fanno di questo oggetto archivistico un reperto davvero unico: il materiale in pelle di pecora da cui è stato tratto il foglio di pergamena e la scrittura incisa in oro e in caratteri cufici, molto probabilmente di epoca araba di Sicilia.

Questo rende davvero straordinario il ritrovamento. Il reperto risalirebbe al IX secolo, siamo quindi di fronte al frammento del passato e della storia misteriosa degli arabi di Sicilia, di cui non sono rimaste praticamente tracce documentarie e che il nostro archivio ha la fortuna di aver ritrovato e di e di possedere.

La pergamena è molto delicata e necessiterà di restauri. Gli elementi in oro sono ancora visibili, così come gli elementi in inchiostro rosso; in alto e in basso ci sono delle scritture di epoca sicuramente successiva, possibilmente quattrocentesca. È possibile leggere addirittura un piccolo indovinello nel volgare siciliano dell’epoca. Abbiamo poi la datazione 1544 nell’angolo in alto a destra, che si riferisce al momento in cui questo foglio venne riutilizzato, secondo quella che era la tecnica tradizionale del riuso, venne infatti riutilizzato per diventare proprio la coperta di questo piccolo registro di annotazioni matrimoniali”.

Di Anna Lisa Maugeri

Anna Lisa Maugeri, blogger, web writer, moderatrice, lavora da anni per passione nel mondo della comunicazione e dell’informazione sul web scrivendo articoli, realizzando interviste e contenuti video su temi di attualità, cronaca, tematiche sociali, economia, medicina, salute e benessere. Ha creato e dirige il blog www.siciliabuona.com e il canale YouTube "Sicilia Buona". Ha lavorato per il canale YouTube di informazione ed approfondimento CRESCERE INFORMANDOSI realizzando video interviste ed altri contenuti.

Un pensiero su “PREZIOSA PERGAMENA SCOPERTA NELL’ARCHIVIO DIOCESANO DI TRAPANI”
  1. Interessantissimo questo documento. E la dimostrazione, ancora una volta, che la Sicilia e l’Europa sono paesi in cui molti popoli e molte culture si sono succedute e interpenetrati. E questo movimento continua ancora oggi in modo irrefrenabile. E una ricchezza più che un pericolo come certi politici vorrebbero far credere.

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