OLTRE LA CRONACA, LE RIFLESSIONI SUL SISTEMA SANITARIO AMERICANO

EFFETTI COLLATERALI

Cinicamente si potrebbe affermare che quell’omicidio è un effetto collaterale a cui vanno incontro le società assicuratrici, ma ci sono anche quelli, numerosissimi, a danno di coloro che in teoria dovrebbero essere assistiti, ma spesso non lo sono.

Un interessante articolo dal titolo “Cosa c’è dietro la «crudele avidità» delle assicurazioni sanitarie Usa”, pubblicato sull’Avvenire del 14 dicembre, conferma che il sistema sanitario statunitense è “dominato dal profitto che spinge ai margini chi ne ha più bisogno”. Un sistema sanitario gestito, di fatto, da assicurazioni e mutue private, che sempre più spesso, arbitrariamente e contro il parere dei medici, intervengono sulle terapie di cui gli assicurati avrebbero bisogno, negando anche i rimborsi per interventi oncologici e chemioterapie.

Nell’articolo, a firma di Elena Molinari, si legge che nell’ultimo anno “le mutue private, che costano centinaia di dollari al mese ad ogni assicurato, hanno respinto come sempre circa un terzo delle domande di assistenza che hanno ricevuto”.

Tuttavia, l’ondata di malcontento seguita all’uccisione del manager assicurativo è espressione di una minoranza di americani, perché – oltre alla potenza di fuoco della lobby delle assicurazioni sanitarie – una forte resistenza al cambiamento di quel sistema “è culturale. La maggior parte degli americani assicurati, occupati e in buona salute crede nel mito che il loro sistema sanitario sia il migliore al mondo e non lo cambierebbe con un apparato pubblico.

L’aspetto che forse è stato trascurato dalla stampa italiana riguarda il rischio a cui anche noi – non solo nel nostro Paese – andremmo incontro, se si dovesse ulteriormente aggravare il disimpegno pubblico in campo sanitario per lasciare spazio ai privati, costringendo i cittadini a ricorrere a mutue e assicurazioni, nell’illusoria speranza che saranno loro a coprire le spese.

Nessuno ricorda che ci si assicura per tutelarsi da un possibile rischio e che il premio, cioè il costo che si sostiene per assicurarsi, non è altro che il prezzo di quella tutela. Maggiore è il rischio, maggiore il costo.

Le compagnie di assicurazione sono imprese che legittimamente mirano a fare utili, e quando il rischio aumenta necessariamente devono adeguare il premio, cioè il prezzo. È quello che avviene, per fare l’esempio più banale, con la RCA quando si causano incidenti e si scende nella classe merito.

Lo stesso per qualunque copertura, comprese quelle sanitarie. Quanto sarà costretto a pagare un soggetto ad altro rischio assicurativo, come chi ha patologie gravi o che richiedono continue cure o è avanti negli anni? Dovrà pagare sempre di più, se potrà permetterselo, e quando poi arriverà in “diciottesima classe” nessuno vorrà più assicurarlo e sarà costretto a non curarsi più. Meditate, gente, meditate, diceva Renzo Arbore.

Il tema delle assicurazioni sanitarie USA è talmente scottante da essere stato trattato in romanzi e film. Uno per tutti L’uomo della pioggia (The Rainmaker), romanzo di John Grisham portato sullo schermo da Francis Ford Coppola.

Di Salvatore Azzuppardi Zappalà

Salvatore Azzuppardi Zappalà, scrittore, è nato e vive a Catania. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha lavorato come bancario e poi consulente finanziario indipendente. Specializzatosi in Diritto Bancario è anche consulente tecnico-legale su contratti di finanziamento e investimento. Ama le buone letture (i suoi pilastri sono Victor Hugo, Hemingway, Steinbeck, Conrad e Garcia Marquez), la buona musica italiana ed è appassionato di storia, in particolare della Seconda Guerra Mondiale. Su quel tragico periodo ha collezionato testimonianze di vita vissuta, che ha raccolto nell’antologia 1943-1945. Per non dimenticare. Nel suo primo romanzo – “Ti ricordi quella strada …​“, Algra Editore – l’Italia degli anni Settanta fa da sfondo alla storia di Lia e Francesco, in questo che non è solo un romanzo storico, di formazione e di sentimenti (non sentimentale, però), ma un tributo a uno dei periodi più controversi della nostra storia repubblicana. Non solo anni di piombo, ma soprattutto anni fertili, gli anni dell’impegno in politica e nel sociale, gli anni in cui si prese coscienza delle problematiche ambientali e dell’importanza della partecipazione.