Michela Murgia, la paura e le donnaMichela Murgia

MICHELA MURGIA E IL MONOLOGO CHE PARLA DI DONNE, PAURA, CATCALLING E VIOLENZA

Nel video che vi proponiamo di seguito Michela Murgia affronta il tema della paura, in particolare di un genere di paura che è esperienze quotidiana di tutte le donne.

Ancora oggi, specie di fronte a determinati casi di cronaca, le donne si ritrovano al centro di un dibattito che finisce per addossare su di esse la colpa di comportamenti violenti, abusi e attenzioni inopportune da parte degli uomini.

Le donne devono stare attente a come si vestono, valutare bene il percorso che faranno quando camminano per la strada da sole, specialmente la sera. Le donne devono restare sempre lucide, presenti a sé stesse per non essere facile preda del lupo di turno. Problemi che gli uomini non devono porsi, paure che non conoscono.

E se le donne vivessero per un giorno in un mondo senza uomini, che cosa farebbero?

Se per una sera vestissero i panni degli uomini, andando in giro per la città, a qualunque ora, camminando per strade che mai percorrerebbero da sole? Che sensazione vivrebbero? Come le tratterebbe la società?

VIDEO

MICHELA MURGIA: “CI SONO PAURE CHE SONO DI TUTTI E ALTRE SOLTANTO DI ALCUNI, IMPENETRABILI PER CHI NON LE VIVE”

“Siamo orientati a pensare che le paure, alla fine, siano uguali per tutti. Io non lo credo. Sulla paura comune è possibile superare le differenze ideologiche e innestare un discorso politico. Ci sono paure che sono soltanto di alcuni e che sono impenetrabili per chi non ha quella paura. L’incomprensione che si genera dall’incontro fra due paure diverse è veramente incolmabile”.

MICHELA MURGIA: “POTREI RACCONTARE IL MIO ANNO E MEZZO A ROMA ATTRAVERSO IL MODO IN CUI E’ CAMBIATO IL MIO ARMADIO”

Nel 2006 arrivo a Roma e mi vesto esattamente come mi vestivo nel mio paese. Io ho un corpo procace e ho sempre amato le scollature. Tutte le volte che uscivo a Roma vestita come mi vestivo a Cabras provavo un fortissimo disagio. Mi sentivo apostrofata per strada, accadeva cioè ciò che adesso viene chiamato Catcalling. In quelle parole e in quella intenzione non c’era un complimento, ma una minaccia, così io le percepivo.

Potrei raccontare il mio anno e mezzo a Roma attraverso il modo in cui è cambiato il mio armadio: sono arrivata che mi vestivo come Jessica Rabbit e l’ultimo mese mi sono ritrovata a vestirmi come un pescatore del Baltico a maggio. Maglioni ampi per nascondere le forme del seno e niente più tacchi, solo scarpe basse per essere più rapida e sicura per correre in caso di pericolo.

Questa serie di accorgimenti nell’abbigliamento mi facevano sentire più al sicuro, ma allo stesso tempo anche molto più a disagio. mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più. Io vestivo colorata, portavo scollature, mi imponevo anche in modo tridimensionale nel mondo. Percepivo questo come una privazione“.

Un giorno decido di partecipare ad un campo lesbico perché tra le attività proposte c’era un laboratorio di Drag King. Non li avevo mai sentiti nominare. Si trattava di trasformare le donne in maschi molto realistici. L’annuncio diceva “Sperimenta il sentirti sicura”. Questa roba qui, mi dico, voglio capirla. Mi iscrivo e vado. Questo laboratorio era una cosa pazzesca. Ci fanno un trucco di quelli cinematografici: seno super fasciato, barba attaccata al viso pelo per pelo, abbigliamento… tutta la vestizione è durata sei ore! Io e le altre sette ragazze che avevano partecipato al laboratorio veniamo fuori veramente fighi e realistiche. E qui inizia il laboratorio“.

ANDARE IN GIRO, IN POSTI IN CUI SOLITAMENTE HAI PAURA, MA NEI PANNI DI UN UOMO

Ci dicono: adesso, qui a Roma, avete la serata libera, andate da sole in posti in cui non andreste mai da donne.

Io andai nel sottopassaggio della stazione di Piramide, in cui avevo sempre paura a passare da sola, perché ogni volta che lo percorrevo c’erano degli uomini, sempre diversi. Avevo paura perché pensavo: un giorno entrerò qui ma non uscirò dall’altra parte. Una sensazione che una donna sperimenta per la prima volta intorno agli undici anni e che proverà per sempre nel resto della vita.

Scendo le scale, c’è già buio, e lì sotto c’è tutta una varia umanità che transita e si ferma. Passare lì sotto, vestita come un maschio e proiettando una identità maschile, mi ha fatto scoprire il super potere dell’invisibilità: io non c’ero lì.

Camminavo e gli altri maschi non mi guardavano, mi fermavo e non mi guardavano, non mi vedevano. Quella invisibilità protettiva ha aperto gli occhi in modo drammatico. Non solo mi sono stupita di sentirmi così sicura, ma mi sono detta: certo che anche i miei amici meglio intenzionati, quando dico loro che a Roma ho paura, non possono veramente capire. Loro lì dentro, nel peggiore dei momenti, possono vivere la paura di essere derubati. La mattina dopo questa esperienza, tornando in laboratorio, tutte noi eravamo molto sbalordite.

Come si fa a far capire che questa paura è vera, che questo rischio è vero, a persone che, seppur ci vogliono bene, tutto questo non lo vivono? Sono passati quindici anni da quella esperienza e vedo che le cose non sono cambiate”.

Ancora oggi la manifestazione non richiesta di quello che faresti sul mio corpo, o di cosa ti suscita il mio corpo, molti uomini lo chiamano complimento. Ci sono addirittura degli psicologici che affermano che se esci di casa e questa roba non ti succede, allora è bene che tu torni a casa a cambiarti perché hai dimenticato la radice del tuo femminile. Questa cosa è preoccupante”.

Il video integrale del monologo di Michela Murgia è disponibile su Rai Play.

Di Anna Lisa Maugeri

Anna Lisa Maugeri, blogger, web writer, moderatrice, lavora da anni per passione nel mondo della comunicazione e dell’informazione sul web scrivendo articoli, realizzando interviste e contenuti video su temi di attualità, cronaca, tematiche sociali, economia, medicina, salute e benessere. Ha creato e dirige il blog www.siciliabuona.com e il canale YouTube "Sicilia Buona". Ha lavorato per il canale YouTube di informazione ed approfondimento CRESCERE INFORMANDOSI realizzando video interviste ed altri contenuti.