a cura di Anna Lisa Maugeri
Siciliabuona intervista MARCO VICCARO, vulcanologo e docente di Geochimica e Vulcanologia del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche ed ambientali dell’Università di Catania, per fare il punto sulla recente attività eruttiva dell’Etna.
Stiamo assistendo a nuovi e continui eventi parossistici del vulcano Etna. L’Etna, il vulcano più attivo d’Europa, è un teatro a cielo aperto e spesso offre uno spettacolo mozzafiato, mostrando tutta la forza della natura.
Costantemente monitorato, il vulcano siciliano più conosciuto è oggetto di studio dei ricercatori e meta imperdibile per i turisti che arrivano da ogni parte del mondo.
Molte città e paesini si trovano ai piedi del vulcano e gli abitanti convivono con questa presenza imponente e meravigliosa, così come con i capricci del vulcano ed i disagi causati dalla sua attività.
Una delle conseguenze delle eruzioni vulcaniche con le quali fanno i conti gli abitanti delle aree del vulcano, è la presenza delle ceneri vulcaniche che spesso ricoprono strade e case creando disagi e rendendo necessari interventi particolari per ripulire le città.
L’Etna, però, si fa perdonare arricchendo i terreni della provincia catanese con preziosi microelementi che poi caratterizzano le produzioni agroalimentari locali.
Ma cosa svela di sé l’Etna ad ogni nuova eruzione? Quella delle ultime settimane è un’eruzione diversa rispetto alle precedenti? Cosa sta accadendo?
Con quali strumenti avviene il monitoraggio oggi e per quali finalità? Ci sono dei segnali di allarme che precedono un’eruzione? E’ possibile prevedere i terremoti legati all’attività parossistica dell’Etna?
Le ceneri vulcaniche dell’Etna sono dannose per la salute dell’uomo? Ci sono collegamenti fra l’attività dell’Etna e quella di altri vulcani presenti nell’isola?
A queste e a molte altre domande risponde il vulcanologo MARCO VICCARI per SICILIABUONA.