a cura di Anna Lisa Maugeri
Bennardo Mario Raimondi è caduto nella trappola degli usurai nel 1998. Dopo aver ricevuto pressioni e minacce, vende i propri averi e la propria casa per pagare i debiti e gli altissimi interessi maturati.
Alla fine, però, decide di denunciare i suoi strozzini, anche se non immagina che il prezzo da pagare sarà altissimo dal punto di vista sociale e non solo.
Una scelta non facile che apre le porte ad una nuova vita con nuove difficoltà.
Bennardo Mario Raimondi racconta in questa intervista telefonica per Siciliabuona il lungo e faticoso percorso di chi sceglie da che parte stare, schierandosi dalla parte della legalità.
Molte volte si sentirà solo ed abbandonato in questi anni, momenti di sconforto dovuti anche a vicissitudini familiari e a problemi economici che pesano maggiormente con l’arrivo della crisi economica causata dall’emergenza sanitaria.
Eppure Bennardo non rinnega la sua scelta ed invita chiunque si trovi in condizioni simili a denunciare.
Adesso, però, c’è la vita che verrà, il domani da costruire, la famiglia da aiutare, una normalità e serenità da riconquistare. Bennardo non vuole elemosina, ma chiede di poter lavorare e guadagnarsi da vivere, di svolgere il proprio mestiere di artigiano e di tramandarlo ai più giovani perché la sua arte non sia perduta.