di Anna Lisa Maugeri
Siciliabuona-Intervista ad Antonio Ingroia. Anno 2020: l’Italia si ritrova impreparata al rischio contagio da Sars-CoV-2 e nel mese di marzo chiude i battenti su tutto il territorio nazionale. Gli ospedali non riescono a far fronte alla necessità di cure e assistenza di chi si ammala, le scuole chiudono, la popolazione vive giorni di sgomento e preoccupazione. Ad imprese, aziende ed attività commerciali è imposto uno stop forzato delle attività lavorative.
Contemporaneamente, 60 milioni di italiani vedono limitate le proprie libertà personali e diventano prigionieri delle proprie case. Gli effetti dell’emergenza sanitaria si ripercuotono sulle tasche dei lavoratori autonomi e su tutti quei comparti di lavoro che subiscono il colpo d’arresto. Una crisi economica e finanziaria che si somma a quella già preesistente.
E’ proprio nei momenti di crisi e di maggiore fragilità che le mafie colgono l’occasione per trarre possibili nuovi profitti e vantaggi sotto diversi punti di vista. E’ in questo contesto che avvengono fatti anomali ed al contempo preoccupanti.
Mentre le mafie si riorganizzano, boss e malavitosi condannati al 41 bis riescono ad ottenere gli arresti domiciliari per ragioni legate all’emergenza Covid. Una svista da parte delle istituzioni italiane che rappresenta un segnale preoccupante. Ne parliamo in questa intervista realizzata per CRESCERE INFORMANDOSI con l’Avvocato ANTONIO INGROIA, ex magistrato.