Maria Concetta MicheliMaria Concetta Micheli

Maria Concetta Micheli si racconta e parla a tutte le donne

SICILIABUONA intervista MARIA CONCETTA MICHELI, prima donna italiana pilota di elicottero, 161° pilota di elicottero italiani fra piloti civili e militari.

Una donna straordinaria alla quale sono state conferite diverse onorificenze fra cui quella di Cavaliere e Commendatore al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2016 il Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito le ha conferito il titolo di pilota militare ad honorem

Il suo nome è negli annali del Guinnes World Records dal 2001.

La sua vita e la sua storia rappresentano un esempio di coraggio, professionalità e determinazione per tutte le donne. Ha dato, inoltre, il suo prezioso contributo nel far conoscere le potenzialità e l’utilità degli elicotteri nel mondo civile.

Nel giugno 2009 è stata inaugurata la “SALA DEI RICORDI” di Maria concetta Micheli presso il Museo dell’Aria e dello spazio S. Pelagio (PD ) e nel 2012 la “SALA DIDATTICA” a Lei dedicata.

Oggi Maria Concetta Micheli si racconta a Siciliabuona attraverso un’intervista inedita che dedichiamo in particolare a tutte le donne.

D: Maria Concetta Micheli, la sua vita è d’ispirazione a tutte le donne, per le quali ha fatto molto e continua a fare molto ancora oggi. Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo l’inizio di questa avventura. Quando e come ha inizio la sua grande passione per il volo?

R: Un giorno all’aeroporto di Firenze-Peretola, ci fu una dimostrazione per far conoscere l’utilità degli elicotteri. C’era un pilota militare con un elicottero dell’esercito e fu proprio in quella occasione che, invitata a salire a bordo per un giro dimostrativo, rimasi totalmente affascinata. Quando tornai a casa dissi a mia madre che volevo fare la pilota di elicotteri.

D: All’epoca la sua famiglia la incoraggiò a seguire i suoi sogni oppure incontrò qualche resistenza?

R: Mio padre all’epoca non c’era più, era già venuto a mancare. Mia madre non si oppose e ricordo che quando le dissi cosa volevo fare nella vita, dopo una breve riflessione, mi chiese “ci credi?” ed io risposi di sì. Lei proseguì dicendomi: “I lavori meglio riusciti sono quelli in cui uno crede”. Ma mi mise anche in guardia aggiungendo: “Ricordati che quello è un mondo maschilista e dovrai lottare molto, ma se ci credi non ti arrendere, vai avanti con la tua passione”. Nei momenti di difficoltà, sono andata avanti pensando alle parole di mia madre. Il mio sogno si è realizzato pienamente quando mi è stato conferito sia dall’esercito che dall’aeronautica il brevetto di pilota militare ad honorem.

D: Qual è il ricordo che più la emoziona della sua carriera di pilota di elicotteri?

R: Forse il più emozionante è stato il primo decollo da solista. Confesso che ero molto emozionata. Quando scesi dall’elicottero , dissi a me stessa: “Ce l’hai fatta”. Da lì in poi, tante altre emozioni in tante altre occasioni.

D: All’epoca molti lavori e ambienti erano considerati prettamente maschili ed era  indubbiamente più difficoltoso farsi spazio da donna. Lei ha incontrato  difficoltà o diffidenza nei suoi confronti proprio perché donna? C’è qualche episodio in particolare che può raccontarci?

R: Le difficoltà sono state tante. Ricordo le vessazioni dei miei colleghi, i quali mi ripetevano che il ruolo della donna era quello di generare, servire e sottomettersi al marito, non di guidare elicotteri perché non si era mai visto! Ma con la mia tenacia ho dimostrato che ne avevo le capacità, potevo farlo. Questa antipatia aumentava quando ricevevo i complimenti dai miei superiori, quando i risultati degli esami erano ottimi. Non mi sarei mai arresa. Tenevo ben a mente le parole di mia madre: “non arrenderti, vai avanti”.

D: Lei è stata esperta di elicotteri anche dal punto di vista tecnico e meccanico, cosa che era ancora più inusuale per una donna…

R: Esatto! Io ho sempre amato la parte tecnica dell’elicottero. Mi ricordo quando segnalai che volare in elicottero con un certo tipo di turbina in condizioni climatiche particolari, con la neve in montagna, poteva essere pericoloso. I tecnici ci risero sopra, non diedero peso a quanto dicevo. Poi, purtroppo si verificò un incidente proprio a causa di quel problema che avevo segnalato e allora cambiarono il tipo di turbina. Ero guardata in cagnesco, ma io non me ne curavo, proseguivo verso il mio sogno, sia come meccanica che come pilota, e ce l’ho fatta, anche se, mi creda, non è stato facile.

D: Lei si è sempre spesa per le donne, per la loro emancipazione, contro ogni forma di violenza ed abuso sulle donne. Oggi come si pone il mondo, a suo parere, nei confronti dell’universo femminile?

R: Dal lontano 1971 ad oggi i tempi sono cambiati. Le donne hanno saputo evolversi, ricoprendo ruoli importanti allo stesso livello degli uomini, in diversi campi come la politica, lo sport, in quello manageriale e anche militare.

D: Purtroppo spesso ancora oggi la cronaca nera racconta di donne vittime di compagni violenti o di uomini che fanno parte del proprio nucleo familiare. Come se lo spiega questo fenomeno oggi?

R: Penso che certi uomini si sentano inferiori alle donne.  Cercano di schiacciarle, facendo loro violenza fisica e psicologica, affinché possano sentirsi uomini superiori.

D: Come si difende da questo fenomeno? E soprattutto come intervenire nella società per debellarlo?

R: Come difendersi da questo fenomeno? Si dovrebbero innanzitutto riformare le leggi, che siano più punitive e severe. È semplice dire o pubblicizzare di denunciare le violenze, ma se la legge o le forze dell’ordine non intervengono con maggiore fermezza le cose non cambieranno molto.

D: Qual è oggi il suo messaggio alle donne?

R: Un consiglio che darei alle donne è di non lasciarsi coinvolgere dai sentimenti. A volte si perdona pensando che, dopo la denuncia, l’uomo possa cambiare. Sono convinta che se questi hanno saputo fare del male prima, continueranno anche dopo fino ad arrivare ad uccidere.

Servirebbe anche insegnare nozioni di psicologia a tutte le donne in tutta Italia. Questo può aiutare a comprendere per tempo certi segnali, oltre che ad avere gli strumenti conoscitivi basilari per difendersi e tutelarsi.

Se posso dare un suggerimento alle donne gli direi di leggere il mio libro biografico dal titolo “LA RAGAZZA CHE PARLAVA ALL’ELICOTTERO”. Le donne nel leggerlo potrebbero trarre molti benefici.

2 pensiero su “INTERVISTA A MARIA CONCETTA MICHELI, PRIMA DONNA ITALIANA PILOTA DI ELICOTTERO”

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