Testimonianza e appello di Giuditta Brattini, cooperante Gazzella Onlus. Il video messaggio da Gaza

“I MEDICI DENUNCIANO CASI DI FERITE PARTICOLARI, USTIONI CHE CONTINUANO A BRUCIARE TESSUTI E PELLE, NON SANNO COME TRATTARLE. COLPA DELL’UTILIZZO PROIBITO DI MUNIZIONI AL FOSFORO BIANCO”

«Ieri il segretario delle Nazioni Unite Antonio Gutteres ha chiesto un cessate il fuoco immediato e ha evidenziato le violazioni del diritto umanitario internazionale nella Striscia di Gaza. Questa dichiarazione ha posto Israele in una situazione molto difficile e ovviamente non ha per nulla apprezzato l’affermazione del segretario delle Nazioni Unite.

Un’affermazione che, mi sento di dire, è completamente da sostenere per quello che noi stiamo vedendo dalle 7 di ottobre e per le aggressioni che Israele sta facendo nei confronti della popolazione civile.

Dal 7 di ottobre sono già 6456 i morti e di questi il 70 % sono bambini, donne ed anziani, e i feriti sono 17 439. Numeri purtroppo in difetto perché molti feriti sono ancora sotto le macerie e molti non sono nelle condizioni di poter ricevere le cure di cui avrebbero bisogno.

Infatti dall’inizio delle aggressioni, 12 ospedali e 22 situazioni sanitarie sono state rese inagibili o a cause di bombardamenti o per la mancanza di di carburante.

Dobbiamo anche registrare che durante questi attacchi 60 medici il personale paramedico è stato ucciso e il 17 di ottobre una bomba ha completamente distrutto il Al-Ahli Hospital in Gazza city causando più di 600 vittime.

Siamo in un’evidente violazione del diritto umanitario internazionale

Il ministero della salute a Gaza lamenta  che i farmaci e i materiali sanitari monouso e le strumentazioni sono oramai quasi tutte finite e quindi sono nell’impossibilità di poter curare i feriti, ma anche dare l’assistenza ai malati cronici come i diabetici o le persone in dialisi, oppure i malati oncologici.

In più il taglio della corrente che Israele ha fatto fin dai primi giorni dell’aggressione non sta aiutando la situazione, perché negli ospedali si lavora solo con il carburante che però oramai scarseggia. Tra l’altro in questi giorni non hanno permesso di far entrare il gasolio con le carovane e i convogli umanitari, ma solo parte di medicinali e generi alimentari.

Il taglio della corrente determina anche il fatto che il depuratore non filtri più le acque e quindi l’acqua che viene utilizzata per lavarsi, ma anche per cucinare perché l’acqua potabile in bottiglia si sta esaurendo ovviamente.

Questa situazione sta espandendo epidemie di vario genere, e questo è il sinistro ministero della salute lo ha già denunciato ampiamente.

Negli ospedali la situazione è molto critica

Entrare in un ospedale della Striscia di Gaza vuol dire trovare i feriti che dovrebbero essere presi in cura immediatamente sistemati per terra, perché non ci sono più posti letto, invece passa anche qualche giorno prima che i medici possano seguirli.

Si chiede da Gaza immediatamente che la comunità internazionale si faccia portatrice delle richieste per far entrare il carburante, i medicinali e tutto quello che può servire e serve per la cura dei malati e dei feriti, pena il collasso degli ospedali di tutte le strutture sanitarie.

Inoltre c’è anche bisogno di medici specializzati che si possano prendere cura di pazienti, soprattutto quelli che negli ospedali sono stati portati con ferite difficili da curare. Infatti i medici denunciano il fatto che si presentano delle ferite, in alcuni casi ustioni sul corpo, che continuano a bruciare i tessuti e la pelle e non sanno come poterle trattare.

Qualche giorno fa Amnesty International ha denunciato l’uso da parte di Israele di munizioni al fosforo bianco, e non sarebbe la prima volta visto che già negli attacchi israeliani dell’Operazione Piombo Fuso del 2008-2009 era stato documentato l’utilizzo del fosforo bianco, che ovviamente è proibito dalle convenzioni internazionali.

I medici hanno dichiarato con grande coraggio che le porte degli ospedali sono aperte, ma non sanno se sono in grado di poter curare. Davanti a questa affermazione di profonda angoscia, ma anche di grande senso di responsabilità, io credo che la comunità internazionale debba farsene carico e quindi al più presto aprire dei convogli umanitari che possano arrivare nella striscia di Gaza e portare quanto è necessario.

La dignità di questa affermazione dei medici contrasta molto con la dichiarazione di qualche giorno fa del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, il quale ha dichiarato: “Stiamo combattendo contro animali e dobbiamo agire di conseguenza”. Affermazioni di questo genere avrebbero dovuto e devono essere condannate immediatamente.

Come ultima cosa, mi sento di dire che nella Striscia di Gaza quei pochi giornalisti palestinesi che ci sono vengono anche ammazzati; questo è successo due giorni fa ed è di poche ore fa la notizia che la famiglia di un giornalista palestinese è stata bombardata nella sua casa».