Elena Basile: “Non è retorica dire che a Gaza c’è una prigione a cielo aperto, è una fotografia della realtà di cui gli israeliani sono ben consapevoli”
Elena Basile, scrittrice, ex ambasciatrice di Italia in Svezia e Belgio, parla del conflitto israelo-palestinese, del ruolo della NATO oggi, della narrativa dei media e molto altro in questa video intervistata inedita realizzata per Crescere Informandosi.
Elena Basile: “Purtroppo i nostri doppi standard sono terribili, anzi la dialettica tra l’America e Israele a me sembra abbastanza finta, mi sembra purtroppo fittizia come mi sembrava fittizia con l’Ucraina. L’America avrebbe tutte le possibilità per far valere, dal punto di vista militare e politico, un condizionamento pesante nei confronti di Israele. L’Europa esiste come soggetto politico di Stati europei, dell’élite dei governanti europei, che senza l’appiattimento totale alle indicazioni di Washington non possono far carriera politica, è evidente per tutti. Non c’è una differenza tra la destra e la sinistra, e il socialismo è morto. Che differenza c’è tra Letta e Meloni rispetto al conflitto in Ucraina? Assolutamente nessuna, questo perché le carriere politiche vengono costruite grazie all’autorizzazione della sede imperiale, che è quella degli Stati Uniti. Ci potremmo, invece, domandare come mai questa dialettica nell’ambito della NATO oggi sia morta, mentre c’era ai tempi di Craxi e di Andreotti, che avevano una politica non indipendente ma autonoma nel Mediterraneo, che si facevano rispettare anche come il migliore alleato degli Stati Uniti”.
Si può pensare di uscire dalla NATO?
Elena Basile: “Io non credo che possiamo parlare dell’uscita dalla NATO come obiettivo, sono realista. Se si parla di uscita dalla Nato ci si auto ghettizza immediatamente. Condivido quello che Sergio Romano ha sempre detto, ovvero che nel momento in cui il patto di Varsavia si sarebbe sciolto la NATO non avrebbe avuto più ragione di esistere. Purtroppo, però, la storia è stata interpretata in altro modo. La NATO è diventata, a mio avviso, una alleanza militare anche offensiva che ha molto allargato il suo raggio di azione, diventando il braccio armato della politica statunitense.
L’Europa non ha una difesa europea, ma non si può rinunciare alla difesa, soprattutto bisognerebbe recuperare la voce europea nell’ambito della NATO. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, e ora anche con quella in Israele, mi sembra che l’élite europea abbia messo da parte gli interessi dell’Europa eseguono una politica americana, che a volte è demenziale, altre volte persegue molto coerentemente gli interessi di Washington“.
I media tra informazione e propaganda
Elena Basile: “Purtroppo c’è una narrativa, quella occidentale, ripetuta da tutti i giornali e da tutte le televisioni che hanno le audience maggiori. Di solito la tattica è quella di scegliere qualcuno che possa rappresentare un pensiero diverso, ma poi di fatto o metterlo in minoranza o ridicolizzarlo, togliergli la parola senza fargli completare il pensiero. Insomma la preoccupazione non è quella di avere un corretto esercizio di informazione del pubblico, non è certo l’approfondimento, i conduttori hanno altre logiche.
Io in televisione sono stata linciata. Ho un carattere che non serve molto a fare carriera in qualsiasi struttura, figuriamoci alla Farnesina, perché sono molto umile con gli umili e molto arrogante con gli arroganti, quindi non ho potuto sopportare quel gioco per in cui mi sembrava che tutto fosse falsato. La cosa incredibile è che una donna, diplomatica, linciata pubblicamente dalla maggior parte di giornalisti, chiamiamoli scribacchini dei giornali del mainstream, sono arrivati a dire che io appartengo ai gradi medio bassi della carriera diplomatica. Una tra le poche donne (perché purtroppo siamo in minoranza) che arriva ai gradi apicali della carriera è diventata usurpatrice del titolo appartenente, mi hanno diffamato in tutti i modi e non c’è stata una sola donna progressista e femminista che abbia sentito il dovere di intervenire e di dire che questo non è consono a una democrazia che si dice anche sostenitrice delle pari opportunità”.