Cos’è la carne sintetica e come si ottiene?
La carne sintetica, detta anche coltivata, artificiale o clean meat in inglese, è un prodotto originato da un processo di coltivazione realizzata in laboratorio. Il tutto parte da una biopsia, ovvero il prelievo di una porzione di muscolo dall’animale stesso, da cui si ricavano poi le cellule staminali. Queste cellule sono in grado di generare i principali tessuti animali se opportunamente “condizionate”. Attraverso la differenziazione muscolare, quindi, si ricavano le cellule più utili per la riproduzione del muscolo animale: le proteine e i grassi.
Il prodotto finale sarà carne a tutti gli effetti, proprio come quella che troviamo in macelleria o nei supermercati, con la differenza che la prima non prevede l’allevamento di un animale e nemmeno un processo di macellazione. Risulta quindi essere una carne cruelty free, cioè ottenuta evitando la sofferenza di bovini, ovini, pollame e pesce.
Le origini della carne sintetica
«Sfuggiremo all’assurdità di far crescere un pollo intero, solo per mangiarne il petto o l’ala, facendo crescere queste parti separatamente in un ambiente adatto.»
Winston Churchill, saggio “Fifty Years Hence”
Queste sono le parole con cui Winston Churchill, già nel 1931, teorizza la possibilità di porre fine allo sfruttamento animale mediante la coltivazione di carne in un ambiente artificiale differenziato. Churchill sottolinea come non sia etico far crescere un intero animale allo scopo di utilizzarne solo poche parti, strappandogli la vita senza alcuna pietà. È per questo motivo che il politico e giornalista britannico immagina un futuro in cui, grazie all’impiego delle tecnologie avanzate, sarà possibile arrivare a una soluzione alimentare più etica e meno crudele.
Negli anni immediatamente successivi, vari scienziati e ricercatori di tutto il mondo hanno iniziato a condurre diversi studi per sviluppare tecniche innovative di produzione della carne.
Ricordiamo in particolare i traguardi raggiunti dagli scienziati olandesi della Maastricht University, che il 5 agosto 2013 presentarono il primo hamburger al mondo prodotto in laboratorio, cotto e mangiato in diretta durante una conferenza stampa a Londra.
Per l’occasione era presente anche il ricercatore a capo di questo progetto, Mark Post, ribattezzato ironicamente dai media britannici come “papà Frankenburger”.
Attualmente esistono al mondo circa una cinquantina di laboratori, fra aziende e istituti di ricerca, che stanno lavorando sulla produzione di carne sintetica. Alcuni di questi includono Mosa Meat (Paesi Bassi), Memphis Meat (USA), SuperMeat e Future Meat Technologies (Israele), Higher Steaks (Regno Unito), IntegriCulture Inc. (Giappone) e molti altri.
Carne sintetica e carne vegetale sono la stessa cosa?
Molti potrebbero confondere la carne sintetica con quella di tipo vegetale, sono però due alimenti molto diversi.
Il primo è il risultato di un processo di lavorazione a partire da cellule animali, mentre il secondo è ottenuto da proteine e grassi di origine vegetale. Quando parliamo di “carne finta”, dunque, è opportuno riferirsi al surrogato vegetale, e non alla nuova tipologia in vitro.
Carne sintetica: vantaggi, limiti e dubbi
Le scelte alternative che sempre più start-up e aziende stanno prendendo in considerazione sembrano essere l’inizio verso un futuro più etico e sostenibile. Ma quali sono veramente i punti d’appoggio e di critica verso il futuro della nuova coltivazione di carne?
Vantaggi
Anzitutto, andiamo ad individuare quali potrebbero essere i vantaggi della carne sintetica:
- riduzione considerevole dell’impatto ambientale dovuto a: emissioni di CO2, consumo eccessivo di risorse idriche (basti pensare che per fare un solo hamburger occorrono oltre 15mila litri di acqua), disboscamento per creare zone adibite all’allevamento intensivo;
- dal punto di vista etico si eliminano le pratiche crudeli verso gli animali e la loro soppressione;
- essendo un prodotto controllato e realizzato in laboratorio, la carne sintetica potrebbe presentare meno rischi di contaminazione di tipo batterico o virale, garantendo una maggiore sicurezza dal punto di vista igienico-alimentare;
- la qualità della carne in vitro potrebbe rappresentare un vantaggio anche a livello nutrizionale, dandoci la possibilità di realizzare un prodotto più o meno ricco di grassi e/o proteine, a seconda delle esigenze del consumatore.
Limiti
Individuiamo ora quali sono invece i punti sfavorevoli:
- i costi per questa nuova produzione sono ancora elevati e ciò non la rende accessibile alla popolazione mondiale. Nonostante questo si prevede che i costi diminuiranno col tempo man mano che la domanda aumenterà;
- dal punto di vista normativo, la produzione e la vendita della carne sintetica non è ancora regolamentata in molti paesi, tra cui l’Italia;
- le carni prodotte artificialmente sono alimenti altamente processati che contengono molti additivi e conservanti e sono sottoposti a una lunga lavorazione industriale al fine di ottenere l’aspetto e il gusto simili alla carne tradizionale;
- il consumo della carne artificiale si scontra con retaggi culturali e diffidenza da parte della popolazione, ancora scettica di fronte alle nuove tecnologie alimentari.
Dubbi
Nonostante le previsioni ottimistiche che prospettano un futuro migliore per noi e per il pianeta, restano tanti punti di domanda sull’effettivo successo della carne sintetica. In effetti, non esistono ancora degli studi scientifici in grado di attestare la sicurezza del consumo a lungo termine di tali prodotti. A livello economico bisogna poi analizzare il reale costo di produzione e le eventuali speculazioni che potrebbero essere messe in atto nel settore negli anni a venire.