“Canto quel che vedo”, il nuovo album di Enrico Maria Papes
È uscito il nuovo lavoro musicale di Enrico Maria Papes, Canto quel che vedo. Dodici brani inediti, scritti nel corso degli ultimi decenni, ma mai pubblicati. Testi che parlano di problemi sociali, di immigrazione, di turismo sessuale, di solitudine e solidarietà, dell’importanza dell’Amore. Di questo e tanto altro.
Enrico Maria Papes: «Credo che la copertina di questo album, con quell’ urlo straziante e silenzioso (Munch), renda bene l’idea di uno stato d’animo. Ho avuto la fortuna di avere come amici grandi musicisti che hanno registrato questo album con vera passione. Nel 2022 la mia compagna di vita da 61 anni mi ha lasciato e ha lasciato un vuoto incolmabile. Incolmabile se non con la musica. Allora, che musica sia».
CANTO QUEL CHE VEDO
Canto quel che vedo, titolo del CD, registrato tra il 2023 e il 2024, è un lavoro autoprodotto composto da dodici inediti e con la partecipazione di diversi musicisti: Ellade Bandini, Luca Bonucci, Mirko Guerra, Angelo Cappelli, Pape Gurioli, Mattia Cappelli, Alice Maria Papes, Roberto Manuzzi, Riccardo Naldoni.
I testi parlano di tematiche sociali: immigrazione, turismo sessuale, solitudine e solidarietà, della stupidità di certi balli di gruppo, ma anche dell’amore verso gli animali, in particolare i cani, e dell’importanza dell’Amore, con la A maiuscola. Un viaggio alla riscoperta della bellezza, in un mondo (quello osservato dall’autore) che ne è carente. L’urlo straziante e silenzioso sulla copertina è un invito al risveglio.
ENRICO MARIA PAPES
Enrico Maria Papes, cantante e batterista, fondatore della storica formazione beat e prog rock italiana de I Giganti. inizia la professione nel 1961 come batterista nel gruppo demenziale Clem Sacco e i suoi Califfi. Nel ‘63 suona nel gruppo Guidone e i suoi amici, che ruota attorno al Clan Celentano. Nel ’64 si stacca, con l’amico Giacomo Di Martino, dal gruppo e formano, con Sergio Di Martino e Checco Marsella, i Giganti. In poco tempo si affermano come il miglior gruppo vocale italiano presentandosi alle migliori rassegne musicali dell’epoca (Disco per l’estate, Festival di Sanremo, Cantagiro, ecc.) con brani destinati a durare nel tempo: da Fuori dal mondo a Una ragazza in due, da Tema a La bomba atomica, da Proposta (Mettete dei fiori nei vostri cannoni) a Io e il presidente, vendendo un paio di milioni di dischi.
Nel 1971 i Giganti sperimentano la via del Progressive dando alla luce un Concept Album dal titolo Terra in bocca, con la collaborazioni di musicisti emergenti come Vince Tempera, Ares Tavolazzi e Ellade Bandini. Dopo esattamente 40 anni riceveranno per questo lavoro il Premio Borsellino.
Nel ’73, dopo lo scioglimento dei Giganti, forma il gruppo Enrico Maria Papes 8Th Life. Nel ’77, con l’amico Checco Marsella e altri due musicisti, forma i Giganti ’77. Nel ’78 decide di smettere di cantare e suonare, gestisce l’attività di Service che lo porta a lavorare con altri artisti (Edoardo Bennato, Pino Daniele, e vari altri). In quegli anni si dedica alla famiglia e in seguito ad altre attività.
Nel ’92 con l’amico Sergio Di Martino e fino al ’93, con una nuova formazione, fa due tour estivi come i Giganti. Nel ’98, dopo l’invito di Paolo Rossi a partecipare a una sua trasmissione televisiva e visto l’interesse suscitato, decide con Checco Marsella di far rivivere i Giganti e, prima in duo e poi con un gruppo di supporto, riprende a fare concerti.
Nel 2006, e fino al 2014, inserisce nel gruppo tre nuovi musicisti e i Giganti tornano ad essere un quartetto vocale e strumentale. Pur continuando l’attività con i Giganti, dove era rimasto l’unico componente della storica formazione, a partire da una propria esigenza interiore, si esibisce da solo o con amici musicisti proponendo, in un momento in cui in giro passa tutt’altra musica, brani per lui importanti: pezzi di De Andrè, Gaber, Brel, Conte, Ferrè, Jannacci, Tenco, Endrigo, eccetera. Da qui nasce Note Note e meno Note.
Collabora intanto con l’Arci, riproponendo, dopo 40 anni e con un gruppo musicale di Pavia, Terra in bocca. Contemporaneamente, gira l’Italia incontrando studenti per parlare di Regole delle libertà (percorsi scolastici di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e responsabile) insieme a magistrati che si occupano di mafia. Gira poi con uno spettacolo di musica/teatro dal titolo …se fossi Fabrizio. Animalista e vegetariano, gandhiano, amante della natura e dei ritmi africani, da sempre amico di chi è fragile, si definisce «uomo complicato a cui piacciono le cose semplici».