Un pignolo patologico come il sottoscritto non può non ricordare che i luoghi di Montalbano in senso stretto sarebbero un po’ più in là, perché la Vigata di Camilleri non è altro che la sua Porto Empedocle. Tuttavia per la serie televisiva con Luca Zingaretti è stata ottima l’idea di ambientare gli episodi in uno degli angoli più belli della Sicilia, il Triangolo Ibleo, non a caso dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità.

Lo scorso fine settimana la zona è stata meta di un gruppo di camminatori romani praticanti del nordic walking, soci della ASD ROMACAMMINA, durante un gemellaggio con le consorelle ASD NORDIC WALKING ETNA e ASD NORDIC WALKING Ragusa.
Molto apprezzata è stata la visita della Riserva Naturale di Vendicari, ben gestita e curata e
ottimamente attrezzata per lo studio dell’avifauna palustre. È stato emozionante osservare dalle postazioni all’uopo attrezzate, fenicotteri, aironi, garzette e piccoli trampolieri, che si ritempravano in una pausa della lunga trasvolata dall’Africa al mare del Nord, e infatti le esclamazioni di apprezzamento per la bellezza del paesaggio, erano continue.
Ma lasciamo la parola ai nostri ospiti.
Emanuela Muffari ci dice «Questa era la Sicilia che mi aspettavo, quella che in fondo scorre anche nel mio sangue, fatta di luce, di colori, di profumi, di emozioni. Una terra fatta di storia e di rare bellezze, che ti fa battere il cuore e ti commuove, si lascia assaporare come un frutto dolce e profumato. Generosa come i suoi figli, gli stessi che con tanta passione e calore ci hanno accompagnato per scoprirla e condividerla nella sua meravigliosa bellezza. Quando con tutta la sua potenza si rivela ai tuoi sensi, riscopri le radici e il senso profondo della sua storia e non puoi far altro che amarla e desiderare di tornarci presto.»

Entusiasta anche Loredana Leopizzi: «Siamo partiti per un tour intitolato “La Sicilia di Montalbano”, siamo tornati con “La Sicilia nel cuore”. Quella che ci ha accolto con i campi punteggiati di papaveri, quella che ci ha sorpreso a Punta Secca con il blu del mare pezzato da screzi di indaco, celeste e verde. La camminata sul bagnasciuga verso Marina di Ragusa ci ha spiazzato nell’incanto di un mare sempre limpido che ha ceduto il passo alla vegetazione della riserva naturale del fiume Irminio; alla foce ci ha accolto l’abbraccio tra il verde della macchia mediterranea e l’azzurro del mare.
Nella Riserva di Vendicari la poesia dei bacini punteggiati di fenicotteri e aironi e una macchia mediterranea mai monotona, dove i colori dei tanti fiori spontanei si lasciavano ammirare alla luce di una giornata calda ma lambita da venticello amico e trasportatore inconsapevole del profumo del mare e di una terra così generosa come gli amici di Nordic Walking Ragusa e Nordic Walking Etna che ci hanno accompagnato in questa avventura.
Il luogo ispira armonia, persino la tonnara, unico manufatto che rimanda ad un lavoro duro ma che tanto ha significato per l’economia e le famiglie del territorio. Che dire del primo bagno nelle acque cristalline di Calamosca? Ancora fresche ma, simili alle sirene di Odisseo, hanno lanciato il loro richiamo irresistibile. E non è stato difficile lasciarsi sorprendere da una Marzameni accogliente, l’antico borgo di pescatori che nella sua piazzetta ci lascia respirare un’atmosfera pacata e antica.
Il caldo barocco ragusano, il duomo di Modica che si erge maestoso, la malva selvatica negli anfratti e il sali e scendi di Ibla con gli affascinati mascheroni dei balconi patrizi, la vallata che anziché dividere, unisce e sugella bellezza in ogni scorcio, lo sguardo non si annoia mai, tra la piazza del duomo di San Giorgio e il Circolo di conversazione per finire quasi in una sorta di “rullata” del cuore nei graziosi giardini, curatissimi e con le diverse fioriture di rose bianche e giallo, di gelsomino e pitosforo, per stupire poi con il portale gotico di San Giorgio.
A Sampieri i nostri bastoncini si sono rituffati nella sabbia, sfiorati ancora una volta dal mare sempre più amico sempre più attraente per impuntarsi sulle rocce davanti La Mannara di Punta Pisciotto. La visita al castello di Donnafugata ci ha fatto fare un tuffo nel passato e nella vanità del Barone Corrado Arezzo che era riuscito ad ottenere una particolare concessione ossia l’utilizzo delle foglie dei ficus del grande parco a mo’ di cartoline postali, idealmente le vorremmo utilizzare ancora per dire: venite in Sicilia!
Tutti i sensi allertati e coinvolti; nell’azzurro del mare e nel giallo oro del barocco, nel profumo di timo selvatico, della posidonia e delle zagare, nelle scacce come nelle granite, nelle birre artigianali e nel cioccolato modicano, nel suono del mare e nell’incanto del suo silenzio la mattina presto. Scambio di semi, da quelli di carrubo a quelli di nuovi o ritrovati incontri; gemellaggio di associazioni e nascita di nuove amicizie. Riconoscersi non solo nella pratica sportiva ma anche nell’amore per il territorio e nella sua valorizzazione, condividerne la tutela. Perché Cammino è sempre sinonimo di incontro, conoscenza, scambio, condivisione.
L’accoglienza, la cordialità e la simpatia di Antonella, Giorgio e tutti gli altri amici camminatori ha reso indimenticabile il nostro soggiorno; non ci siamo sentiti ospiti ma amici. Ed è già nostalgia.»
Concludiamo questa commovente carrellata con le testimonianze di Rosaria Febbraro («Gran bel viaggio soprattutto per il clima di cordialità e condivisione tra i partecipanti»), Simonetta
Scaramella («…ma quando si ripeterà questa meraviglia? Lo staff, le camminatrici e i camminatori, il tempo meraviglioso, i luoghi del cuore, tutto ha riempito l’anima. Grazie di cuore») e Laura Nocera («Ho ancora negli occhi le bellezze viste in questi giorni, il profumo del mare e dei tanti fiori e sento ancora le risate, tante che abbiamo fatto insieme…le mie ginocchia ringraziano»).