Rikkie Valerie Kolle
E’ diventato fra gli argomenti più discussi sui social, suscitando curiosità e in alcuni casi disapprovazione. Parliamo della neo eletta Miss Olanda 2023, Rikkie Valerie Kolle, 22 anni, attrice e modella di Breda, donna transgender con un percorso di transizione iniziato all’età di 8 anni.
Dopo l’elezione a donna più bella dell’Olanda, si prepara a competere per la corona di Miss Universo, quest’anno alla 72esima edizione, che si svolgerà in El Salvador.
Un percorso che aveva riassunto brevemente tempo fa in un post in cui comunica ai suoi followers di essersi sottoposta all’intervento chirurgico di riassegnazione di genere (31 gennaio 2023).
Rikkie Valerie Kolle: “Dal bullismo, alle aspettative, al correre a casa piangendo, non è stato facile e spesso ho pensato: perché io?“
“31 gennaio 2023. Il giorno in cui sono diventata chi voglio essere e sono ora. La maggior parte dei miei followers sa che credo di essere nata nel corpo sbagliato, sono nato piccolo Rik. Ma il piccolo Rik voleva essere la forte Rikkie.
La transizione da uomo a donna è diventata qualcosa in cui mi sentivo a casa, ovvero la donna transgender. Questo viaggio è iniziato all’età di 8 anni. Sicuramente ho attraversato molte valli profonde, specialmente quando sono uscita davvero come donna e ho cambiato il mio nome in Rikkie intorno agli 11 anni.
Dal bullismo, alle aspettative, al correre a casa piangendo, non è stato facile e spesso ho pensato “Perché io? ” perché sta succedendo a me?” Ma la mia amata famiglia ed i miei amici mi hanno sempre aiutata.
Prima ho avuto gli inibitori della pubertà a 12 anni e poi gli ormoni femminili a 16 anni. Alla fine, ho capito cosa volevo quando era il momento giusto, un intervento chirurgico di riassegnazione di genere. Qualcosa che mi rende una donna al 100%. Anche se so che questo è diverso per tutti, io sapevo che questo avrebbe rappresentato la chiusura di un cerchio per me.
Dopo due anni di lista d’attesa, tanti intoppi e bassi, sono stato chiamato dall’ospedale a metà dicembre 2022: “Buongiorno signora, abbiamo una data per lei. Dentro di me ho sentito subito un senso di pace. Finalmente, ho pensato, si realizza il mio sogno, che a volte sembrava così lontano. L’intervento chirurgico è stato improvvisamente confermato con una data. Voglio solo farvi sapere che l’operazione di ieri è andata alla grande e ha avuto successo. Da questo momento inizia un nuovo viaggio, perché sono ancora una donna transgender, e questo non cambierà. Sto guardando al futuro e a tutto quello che verrà, come la felicità mi viene incontro e sarò amata dal mio prossimo. Grazie per tutte le belle e calorose parole finora, significa molto per me. Mi occuperò della mia guarigione ora, e tornerò come una donna più forte di quanto io non fossi già. E ricorda: dove c’è volontà, c’è la strada. Anche se a volte le cose sembrano irraggiungibili o molto lontane. Vai avanti e osa, scegli per te, solo tu puoi fare la differenza per diventare te stesso.“
Beauty contest? Concorsi che premiano la rinuncia a sé stessi per diventare un prodotto commerciale
Le polemiche che in molti stanno alimentando sui giornali e tramite social riguardo all’elezione di una donna transgender a donna più bella dell’Olanda lasciano il tempo che trovano. Sono solo un ottimo argomento per strumentalizzare il dibattito politico su determinati temi, farne diatriba tra ultra conservatori e progressisti.
Eppure questa è l’occasione buona per domandarci come sia possibile che nel 2023 esistano ancora beauty contest che celebrano l’omologazione estetica di uomini e donne, confermando stereotipi e modelli estetici sempre più artefatti.
Le passerelle dei concorsi di bellezza offrono sicuramente un’ottima occasione per promuovere il lavoro di centinaia di chirurghi estetici, coloro che hanno forgiato il “prodotto finale” da mettere poi in esposizione.
Allo stesso tempo, si normalizza l’idea del ricorso alla chirurgia estetica a tutti i livelli, senza limiti di età, per vezzo, rendendo inammissibili imperfezioni, fisionomia e segni del tempo che normalmente caratterizzano ogni individuo.
L’omologazione umana a livello estetico è in atto da tempo e non sembra sortire più nemmeno perplessità.
Oggi più che mai la maggior parte delle donne che intraprendono una carriera da fotomodelle o nel mondo dello spettacolo perdono, anno dopo anno, la propria unicità e personalità, forgiate da mani esperte armate di bisturi che scolpiscono volti e corpi uniformandoli, come prodotti di fabbrica in serie.
La domanda da porci non è perché il titolo di Miss Olanda 2023 sia stato conferito ad una persona transgender, ma perché nel 2023 esistano ancora concorsi bellezza.
Perché premiare chi negli ultimi dieci anni della propria vita ha vissuto dentro le cliniche di chirurgia estetica più di quanto abbia frequentato casa propria?
I beauty contest non hanno più ragione di esistere, ammesso che l’abbiano mai avuta, poiché oggi ad essere premiata non è la bellezza ma l’abilità del chirurgo estetico.
Inoltre i canoni estetici di riferimento attuali sono sempre più rigidi e inarrivabili in maniera naturale, a cominciare dalle labbra super carnose, tutte identiche, di una innaturalezza facilmente riconoscibile, così come i volti inespressivi, spianati dalle rughe, resi incapaci di comunicare emozioni.
E’ un modello di bellezza artificiale che non concede più nemmeno posto alle emozioni, solo bambole e bambolotti di plastica, mono espressivi e senza tempo, esattamente come giocattoli.
I social con i loro filtri patinati ci abituano ancor più a tutto questo, a non vedere più realmente gli altri e a disconoscere sé stessi.
Non siamo sull’orlo del baratro, siamo già adagiati sul fondo, a tal punto da non percepire più quanto sia ridicolo tutto questo. Siamo assuefatti alla bellezza artificiale, omologata, che tende talmente tanto al perfezionismo da diventare mostruosità, a danno di quelle donne e di quegli uomini che si sottopongono a queste torture, arricchendo cliniche e professionisti del settore, pur di seguire i dettami estetici e sociali di una società svuotata di principi e valori.