Una valle pressoché disabitata dà il nome ad un festival. E improvvisamente si ripopola

Intervista di Francesco Pintaldi

La Valle del Torto e dei Feudi è un ente sovracomunale che mette insieme i comuni di Alia, Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Roccapalumba, Valledolmo, Vicari (sede dell’Ente), Campofelice di Fitalia e Mezzojuso, i comuni dell’entroterra palermitano ancora incontaminati, pressoché sconosciuti a gran parte dei siciliani.

Abbiamo intervistato Salvatore La Tona che insieme a Salvatore Nocera sono tra gli animatori del Festival del Torto che nell’edizione appena conclusasi ha registrato un grande successo di pubblico.

D: Perché un festival del Torto?

R: Perché nato nella valle del Torto, una valle che si sta spopolando. Il festival ha voluto riunire le sue comunità, 8 paesi, cercando di creare ponti e connessioni tra queste e con altre realtà e manifestazioni in Italia e in Francia. Tra la quarta e la quinta edizione il Torto è diventato il contrario dell’aver
ragione, essere dalla parte del Torto come si è, per parafrasare Leonardo
Sciascia, dalla parte o « Dalle parti degli infedeli ».

D: Alla quinta edizione avete registrato ancora un’importante attenzione nei confronti della manifestazione?

R: Alla quinta edizione, grazie al lavoro svolto dalla direzione artistica, Nocera, abbiamo compiuto ancora un passo avanti in termini di collaborazioni e contenuti. Gli archivi della Resistenza, Premio e Fondazione Andrea Parodi di Cagliari, Il mare colore dei libri di Marsala, Festival Magnifique Printemps de Lyon e Festival Parole ambulante de Lyon, Festival di letteratura working class e collettivo GKN di Campi di Bisenzio, Festival Marina Café Noir di Cagliari, Festival Tinca Timpa sono tra le realtà presenti.

D: Quale spettacoli sono stati rappresentati?

R: Abbiamo avuto dei concerti, delle presentazioni, delle letture-concerto o reading e abbiamo chiuso con il teatro (laboratorio teatrale e restituzione di Rosario Palazzolo).

D: Chi finanzia questo festival?

R: Nell’edizione di quest’anno tutti gli autori, artisti, organizzatori, sono venuti a titolo gratuito poiché quest’anno il festival non ha beneficiato di nessun aiuto, fondo o sostegno. Tutti gli artisti hanno dato la loro disponibilità ad esserci in modo incondizionato, credo che questo sia il dato più importante in termini di lavoro e di attenzione svolto in questi anni. Attraverso queste collaborazioni porteremo le produzioni del Torto in giro per l’Italia e la Francia.

D: Dove si è svolto?

R: Grazie alle nuove collaborazioni con l’Arci Partinico Solidale, Sikanamente 2.0 di Prizzi, Il Circo PaceBene e Magazzino Culturale ex oleificio di Milena ed il Comune di Petralia Sottana, abbiamo avuto delle residenze artistiche a Partinico e Petralia Sottana con il laboratorio teatrale (11 giorni all’ex convento dei padri riformati) di Rosario Palazzolo (30 attori), degli spettacoli a Milena. Il festival si è svolto a Prizzi, l’apporto dell’associazione Sikanamente 2.0, di Salvo Greco e di tutti i volontari come quello di Carmelo Vitellaro e dei volontari del Magazzino Culturale di Milena sono stati determinanti per la riuscita della manifestazione. Grande solidarietà, impegno e militanza.

D: Avete un progetto di ampliamento della manifestazione?

R: Sì, le produzioni del festival ci permettono di portare il lavoro, sviluppato nelle residenze, in altri luoghi (Festival Magnifique Printemps di Lione dove porteremo Horcynus Orca e il festival Parole ambulante, sempre a Lione, dove porteremo altre produzioni come a Strasburgo all’Istituto di cultura), l’idea è quella di creare un percorso tra più festival e realtà itinerante e a tappe con un finanziamento europeo e quindi di ampliare il festival in questo senso.

Salvatore Nocera aggiunge che l’idea del festival è quella di creare generi e linguaggi nuovi, una manifestazione che ha una grande identità e che unisce insieme la tradizione e l’innovazione, questo è in sintesi l’obiettivo artistico e culturale: “Attingiamo dalla tradizione per raccontare le nostre comunità ma lo facciamo sempre in chiave moderna perché ciò che facciamo è rivolto ad un pubblico abbastanza largo, al contempo nazionale e internazionale”.

Auguriamo buon lavoro e un arrivederci alla prossima edizione