Di Francesco Pintaldi

Ci hanno nascosto Danilo Dolci” è il titolo dell’ultimo lavoro di Maurizio Piscopo per l’editore Navarra, presentato in anteprima nazionale il 28 luglio a Marsala, nella splendida cornice del Complesso Monumentale S.Pietro, polo culturale della città, nell’ambito della manifestazione Il mare colore dei libri che dal 26 al 29 luglio ha visto Marsala protagonista della cultura.

Presentazione di libri, incontri con autori, stand editor, reading, spettacoli, mostre, la manifestazione, promossa e ideata da Navarra con il patrocinio del comune di Marsala offrono alla città una cornice culturale che completa la bellezza monumentale della città e del centro storico.

Per l’occasione erano presenti uno dei figli di Dolci, Amico, e Pino Lombardo che ha collaborato con Dolci nelle varie attività. Ottavio Navarra, ma anche Anna Maria Angileri che discuterà con Piscopo, nel presentare la manifestazione ricorda che celebrare Danilo Dolci significa commemorare, a cento anni dalla nascita, un uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta per una società più giusta e inclusiva, utilizzando metodi pacifici e innovativi per promuovere il cambiamento.

Il centenario della sua nascita offre l’opportunità di riflettere su come i suoi principi possano continuare a guidare le azioni per affrontare le sfide sociali contemporanee. Il titolo del libro, privo di punteggiatura, pone delle domande e provoca, nello stesso tempo, un senso di smarrimento.

Poteva essere “Ci hanno nascosto Danilo Dolci?” oppure “Ci hanno nascosto Danilo Dolci!”

Questo dilemma diventa già un invito ad immergerti nella lettura per trovare una risposta. Ha fatto bene Piscopo a non usare nel titolo alcuna sfumatura, dando così la possibilità a diverse interpretazioni: si evince un tono accusatorio e drammatico, il titolo suggerisce un’azione deliberata e nascosta, creando immediatamente un senso di ingiustizia e mistero.

Implica che c’è qualcosa di importante che è stato celato al pubblico, stimolando la curiosità e l’interesse per scoprire di più su Danilo Dolci e sulle ragioni per cui la sua storia sarebbe stata nascosta. Indica che Dolci potrebbe essere una figura sottovalutata o dimenticata, spingendo i lettori a rivalutare la sua importanza storica e il suo contributo sociale. Il titolo può evocare un senso di urgenza e necessità di riscoprire e rendere giustizia a una figura significativa, mobilitando i lettori a informarsi e a riflettere sulle dinamiche di potere e censura.

La parola “nascosto” ha una connotazione emotiva forte, suggerendo che c’è stata una perdita o una privazione che il pubblico ha subito. Il titolo può essere interpretato come una critica alle istituzioni, ai media o alla società che non hanno dato il giusto risalto a Dolci, invitando a una riflessione critica su come vengono presentate o occultate certe figure storiche.

Danilo Dolci, con il suo impegno civile e le sue battaglie per la giustizia sociale, ha rappresentato una figura di straordinaria importanza. Piscopo vuole riscattare la memoria di questo personaggio sollecitando il lettore a riscoprire e valorizzare la sua eredità di uomo che ha lottato fino agli ultimi anni della sua vita per i diritti dei più deboli, in particolare della terra siciliana, quando sosteneva la popolazione e i giovani, in particolare attraverso le diverse iniziative e i progetti volti a migliorare le condizioni di vita delle comunità locali, promuovendo la giustizia sociale, l’educazione e la partecipazione comunitaria.

Piscopo ripercorre bene le tappe fondamentali dell’impegno di Dolce, lo fa attraverso una ricca documentazione ma soprattutto attraverso importanti interviste fatte a personalità che hanno avuto occasione di conoscere Dolci o che hanno realizzato con lui i numerosi progetti.

Nella sua presentazione a Piscopo non sfugge di sottolineare che Dolci è l’uomo che ha portato l’attenzione nazionale e internazionale sulle condizioni di povertà estrema e sulle ingiustizie sociali presenti in Sicilia negli anni ’50 e successivamente dopo il terremoto del ’68, lo ha fatto attraverso i suoi scritti e le sue azioni, sensibilizzando l’opinione pubblica e sollecitando interventi istituzionali, organizzando “scioperi alla rovescia”, in cui i disoccupati lavoravano su progetti di pubblica utilità senza essere pagati, mettendo così in luce la mancanza di lavoro e promuovendo un modello di azione collettiva per il cambiamento sociale.

Il valore sociale di Danilo Dolci in Sicilia risiede nella sua capacità di mobilitare le comunità locali, promuovere la giustizia sociale e i diritti umani e sviluppare approcci innovativi per l’educazione e lo sviluppo comunitario, contribuendo così a migliorare le condizioni di vita delle persone più vulnerabili.

Dolci ha fondato scuole sperimentali e centri di formazione che adottavano metodi educativi innovativi, promuovendo la partecipazione attiva degli studenti e il loro coinvolgimento nella vita comunitaria. Attraverso le sue opere e i suoi interventi pubblici, ha contribuito a diffondere una cultura della pace, della giustizia sociale e della solidarietà. Ha lavorato per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei contadini e dei pescatori, aiutandoli a organizzarsi in cooperative per meglio difendere i propri diritti e interessi.

Ispirato da Gandhi, Dolci ha utilizzato metodi nonviolenti per protestare contro le ingiustizie e per promuovere il cambiamento sociale, offrendo un modello di resistenza pacifica in un contesto spesso segnato dalla violenza e dalla criminalità organizzata dalla mafia.

IL PROCESSO A DANILO DOLCI

La presenza di Pino Lombardo ha dato viva voce a quanto raccontato da Piscopo portando il ricordo al processo subito da Dolci in occasione della trasmissione della radio clandestina che ha poi portato Dolci in tribunale e in carcere per 50 giorni. Fu difeso da Piero Calamandrei a cui Piscopo dedica un intero capitolo. Piero Calamandrei, noto avvocato, politico e giurista italiano, pronunciò un discorso memorabile in difesa di Danilo Dolci il 30 marzo 1956. La sua arringa rappresenta un momento significativo nella storia del diritto e dei diritti civili in Italia. Calamandrei, con la sua eloquenza e il suo impegno per la giustizia sociale, pone l’accento su questioni fondamentali che vanno oltre il semplice caso giudiziario.

Il processo a Danilo Dolci, quindi, non fu solo un evento giudiziario, ma un momento cruciale di riflessione e mobilitazione su questioni fondamentali per la società italiana dell’epoca. Le personalità della cultura del tempo, come Carlo Levi, Leonardo Sciascia e Jean-Paul Sartre, assunsero posizioni di forte sostegno nei confronti di Danilo Dolci, riconoscendo e valorizzando il suo impegno sociale e politico.

L’arresto suscitò un ampio dibattito pubblico e attirò l’attenzione internazionale, numerosi intellettuali, attivisti e personalità pubbliche si mobilitarono in sua difesa, vedendo in lui un simbolo della lotta per la giustizia sociale e contro la mafia. L’esperienza del carcere non scoraggiò Dolci, anzi rafforzò il suo impegno nella lotta per i diritti civili e sociali.

Non va letta di fretta la quarta di copertina che è tratta da Il limone lunare di Danilo Dolci ed interpretata in modo efficace dal gruppo artistico di Totò Nocera presente alla manifestazione. “Se l’occhio non si esercita, non vede” significa che la capacità di percepire e comprendere il mondo richiede allenamento e pratica. Senza questo esercizio, perdiamo la nostra abilità di osservare e capire.

“Se la pelle non tocca, non sa” sottolinea l’importanza del contatto fisico e delle esperienze sensoriali per conoscere veramente il mondo. Senza queste esperienze, la nostra comprensione rimane limitata, “Se l’uomo non immagina, si spegne” indica che l’immaginazione è essenziale per la creatività, la speranza e la capacità di sognare. Senza immaginazione, l’uomo perde vitalità e prospettive, diventando meno vivo.

Il limone lunare è una pianta molto diffusa in Sicilia, profuma e ingentilisce li giorni e le notti di tutte le stagioni, “Il limone lunare”, può essere una metafora in cui si combinano elementi di mondi diversi richiamando una serie di associazioni e significati. La luna, simbolo di bellezza e mistero, ha sempre suscitato meraviglia. Un “limone lunare” evoca un oggetto altrettanto enigmatico e affascinante, che unisce il familiare (il limone, un frutto quotidiano) con l’estraneo (la luna, un corpo celeste simbolico). Questo contrasto crea un’immagine intrigante tra il noto e il sublime. La luna illumina le notti buie mentre il limone, con il suo colore giallo, evoca luce e speranza. Insieme, rappresentano chiarezza e illuminazione. La luna, con i suoi cicli di mutamento e il limone, simbolo di freschezza, suggeriscono rinnovamento e rigenerazione. Infine, la luna e il limone rappresentano opposti complementari: celeste e terrestre, freddo e caldo, lontano e vicino, evocando equilibrio e armonia tra gli opposti.

Danilo Dolci fu sepolto a Trappeto, in Sicilia. Trappeto è il piccolo villaggio di pescatori vicino a Palermo dove Dolci si stabilì nei primi anni ’50 e dove iniziò gran parte del suo lavoro di attivista e promotore di giustizia sociale. Amico Dolci ricorda al pubblico l’attività del Centro sviluppo creativo Danilo Dolci che, occupandosi di varie problematiche sociali, fa vivere il progetto di Danilo, iI Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” è un’associazione non profit che nasce dall’esperienza di lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci.

Il lavoro di Danilo Dolci ha lasciato un’impronta duratura sulla società siciliana, influenzando il modo in cui le comunità affrontano le sfide sociali ed economiche. La sua eredità continua a ispirare nuove generazioni di attivisti, educatori e leader comunitari impegnati nella promozione della giustizia sociale e dello sviluppo sostenibile.

MARSALA, OMAGGIO A DANILO DOLCI. GIUSEPPE MAURIZIO PISCOPO SUONA “SPINE SANTE” – VIDEO

Nell’ambito del festival “Il Mare Colore dei Libri“, rassegna letteraria che celebra la cultura, gli autori contemporanei e il mondo dell’editoria indipendente, giunta quest’anno alla quarta edizione, Giuseppe Maurizio Piscopo ha presentato il suo ultimo libro, “Ci hanno nascosto Danilo Dolci“, pubblicato da Navarra Editore. L’evento si è svolto a Marsala il 28 luglio, presso il Complesso Monumentale S.Pietro. Nelle riprese realizzate da Francesco Pintaldi, il Maestro Giuseppe Maurizio Piscopo esegue con la sua fisarmonica il brano “Spine Sante” per omaggiare Danilo Dolci, protagonista del suo ultimo lavoro letterario.