In questa epoca di audiotune, di rap, trap, di lei che bacia lui che bacia l’altro o di tu pemmè e io pettè, la scomparsa di Giovanna Marini (deceduta oggi a 87 anni) dice poco, molto poco. I giovani non sanno chi sia, e neppure molti di quelli della mia età, a meno che da giovani non andavano gironzolando nei vari festival dell’Unità e compravano i “Dischi del sole” o quelli dello Zodiaco. E fra questi c’erano quelli di Giovanna Marini, Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, il Nuovo Canzoniere italiano e quelli del Canzoniere del Lazio (giusto per fare alcuni nomi).

Ma non era solo musica politica o politicizzata, perché Giovanna Marini era soprattutto una ricercatrice della tradizione musicale italiana (fu docente di Etnomusicologia all’Università Saint Denis di Parigi), discorso poi portato avanti negli anni dai vari Mauro Pagani (che nel suo primo LP da solista volle che suonassero musicisti della PFM, Area e Canzoniere del Lazio) e da Demetrio Stratos.

Giovanna Marini ha fatto spettacoli ovunque, collaborato con artisti del calibro di Dario Fo, Pier Paolo Pasolini o Italo Calvino, ha inciso più di 30 fra Lp e CD, ma così come capita a molti musicisti, molte volte, per farsi conoscere al grande pubblico non basta pubblicare un lavoro, bisogna che ci sia qualcosa o qualcuno che faccia, in qualche modo, da apripista.

Era accaduto con Ivan della Mea, rimasto sconosciuto e in un ambito ristretto di affezionati ascoltatori fino a quando, in televisione, Monica Vitti canta “I crauti” una canzone incisa nel 1972 nell’LP “La Balorda” e così anche per la Marini, per trovare il successo presso il grande pubblico bisogna aspettare il 2002, quando insieme a Francesco de Gregori pubblica l’album “Il fischio del vapore”. Il primo disco risale al 1963, quasi 40 anni prima.

Ovvio che della Marini si potrebbe parlare per ore, si potrebbero raccontare aneddoti e di come molti ragazzi della mia generazione, essendo venuti a conoscenza di quello che accadde al Festival dei due mondi nel 1964, ammirassero il coraggio di quella cantautrice e degli artisti che quell’anno si esibirono a Spoleto, ma sarebbe una rivisitazione malinconica.

L’augurio è che i lavori della Marini (e anche i libri) vengano riscoperti e finalmente, ascoltati come meritano.

Di Accursio Soldano

ACCURSIO SOLDANO è un giornalista, scrittore e commediografo siciliano. Ha vinto numerosi premi fra i quali il Premio Speciale della Giuria al Parma Music Film, il Primo Premio e Premio della Giuria “Velletri Libris”, il Primo Premio al Concorso Internazionale “Navarro” e il Primo Premio “Teatro Aurelio”. Suoi racconti sono presenti in diverse antologie e in pubblicazioni singole. Ha pubblicato quattro libri, l’ultimo “A viagem in Sicilia de Alberto Caeiro” pubblicato in Portogallo e venduto anche in Brasile e Messico.