Posa della prima pietra per piazza Villena a Palermo
“A 21 di dicembre 1608, giorno di san Tomaso apostolo. Il detto signor vicerè (Villena) diede il primo colpo per fare le quattro cantonere alle strade”.
(Paruta e Palmerino, Diario)
Così Paruta e Palmerino ricordano l’evento nei loro diari.
Il passo citato rappresenta non solo l’inizio di un’importante opera architettonica e urbanistica, ma anche una testimonianza del ruolo della politica e del simbolismo nella costruzione della città barocca. E’ una riflessione su come i luoghi pubblici siano progettati per unire funzionalità, estetica e rappresentanza del potere.
Il testo riportato riguarda un momento cruciale nella storia urbanistica di Palermo, in particolare la creazione di uno degli spazi più iconici della città: i Quattro Canti, noti anche come Piazza Villena. Questo passaggio documenta l’avvio ufficiale dei lavori, avvenuto il 21 dicembre 1608, su iniziativa del viceré marchese di Villena.
Alcuni spunti di riflessione
Il gesto simbolico del viceré Villena che “diede il primo colpo” sottolinea il carattere solenne e ufficiale dell’evento. Era un’usanza comune che figure di potere inaugurassero opere pubbliche con gesti simbolici per ribadire la loro autorità e il loro ruolo di promotori del bene comune.
L’intervento sui “quattro cantoneri” riflette l’idea barocca di controllo dello spazio e dell’estetica. Palermo, già importante città mediterranea, veniva trasformata secondo i dettami della cultura barocca spagnola, creando un crocevia monumentale che rappresentava il cuore pulsante della città. Questo spazio, oltre ad essere uno degli esempi più noti di urbanistica barocca, è un simbolo della città di Palermo. L’intersezione delle due arterie principali (Via Maqueda e il Cassaro) ha reso i Quattro Canti il “centro simbolico” della città.
Chi è il vicerè Villena
Il marchese di Villena, noto anche come Juan Fernández Pacheco y Toledo, V duca di Escalona e V marchese di Villena, fu il viceré di Sicilia dal 1606 al 1610. La sua figura è legata a un periodo cruciale della storia urbanistica e culturale di Palermo, segnato da importanti trasformazioni architettoniche e da un rafforzamento del controllo spagnolo sull’isola. Marchese di Villena fu un titolo prestigioso legato all’importante famiglia della nobiltà spagnola. Fu nominato viceré di Sicilia dal re di Spagna Filippo III. La sua carica rientrava nella strategia spagnola di rafforzare il controllo sui territori del Mediterraneo attraverso figure fidate della nobiltà. Villena è noto per aver avviato lavori di grande rilievo a Palermo, tra cui la costruzione dei Quattro Canti (Piazza Villena).
Notizie tratte da Real Academia de la Historia
Juan Fernández Pacheco y Toledo, V duca di Escalona, nacque a Escalona (Toledo) il 20 dicembre 1563 e morì il 5 maggio 1615. Politico e diplomatico di spicco, fu Grande di Spagna e ricoprì importanti titoli nobiliari, tra cui V marchese di Villena e di Moya, VIII conte di San Esteban de Gormaz e Xiquena. Succedette al padre nel 1574 e servì il re nelle guerre di Bretagna e Portogallo con due compagnie di uomini d’arme. Nel 1594 sposò Serafina del Portogallo, figlia del VI duca di Braganza, con cui ebbe una prestigiosa discendenza, oltre a quattro figli naturali. Partecipò alle cerimonie palatine dell’epoca, distinguendosi per lo sfarzo alle nozze di Filippo III con Margherita d’Austria. Fu insignito del Collare dell’Ordine del Toson d’Oro nel 1593.Nominato ambasciatore a Roma (1602-1606), contribuì all’elezione dei papi Leone XI e Paolo V e ottenne da quest’ultimo il permesso di erigere la collegiata di Escalona. Successivamente divenne viceré e capitano generale della Sicilia (1606-1610) dove governò con successo, pur affrontando carestie e banditismo. Morì nel 1615 e fu sepolto con la moglie nella cappella maggiore del monastero di El Parral, a Segovia. (da Portale della Historia Hispanica).
Chi sono Paruta e Palmerino
Paruta e Palmerino sono due cronisti siciliani del XVII secolo, noti per i loro diari in cui annotavano eventi di vita quotidiana, fatti storici, politici e culturali legati alla città di Palermo e al contesto siciliano dell’epoca. Questi cronisti non erano semplici narratori di eventi, ma osservatori attenti delle dinamiche sociali, politiche e religiose della loro epoca.
Filippo Paruta
Filippo Paruta fu uno storico e cronista vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, nato a Palermo nel 1552 e morto il 15 ottobre 1629. È noto soprattutto per il suo contributo alla storiografia siciliana attraverso i suoi diari, nei quali registrava con precisione eventi significativi della vita cittadina. Questi diari rappresentano una fonte preziosa per la ricostruzione storica, soprattutto per quanto riguarda il periodo della dominazione spagnola in Sicilia.
Laureato in ‘utroque’ (cioè, in diritto civile e canonico) alla Sapienza di Roma nel 1580, si distinse nello studio della storia della Sicilia, dell’archeologia, della numismatica; fu buon letterato e compose poesie in italiano, in latino e in siciliano. Ricopri la carica di Segretario del Senato di Palermo, che tenne fino alla morte. Appartenne anche all’Accademia degli Accesi, dei Riaccesi e dei Risoluti. Tra le sue opere più importanti pubblicate, ricordiamo: Della Sicilia descritta con medaglie (1612), in cui la numismatica viene utilizzata per illustrare la storia della Sicilia antica; I diari della città di Palermo scrisse insieme al Palmerino e pubblicati da Gioacchino Di Marzo nel I volume della monumentale Biblioteca storica e letteraria di Sicilia (1869); le Descrizione degli archi trionfali apparecchiati dal Senato di Palermo in occasione degli arrivi dei viceré in città. Numerose le opere rimaste manoscritte: orazioni, memorie, carmi, epigrammi discorsi, altre descrizioni di archi trionfali per altri viceré avvicendatisi al governo dell’isola. (da Mario Di Liberto: Nuovissimo stradario storico della città di Palermo)
Nicolò Palmerino
Nicolò Palmerino, anch’egli cronista, si occupava di annotare eventi cittadini e amministrativi. Come Paruta, Palmerino contribuì a creare una memoria storica degli avvenimenti locali. I suoi scritti, spesso utilizzati come fonte dai successivi storici, forniscono uno spaccato della vita pubblica e privata dell’epoca.
La famiglia, originaria di Pisa, principi di Torre di Gotto, venne in Sicilia probabilmente ai tempi di Alfonso il Magnanimo, nel corso del XV secolo. Insieme a Filippo Paruta compilò un interessante Diario della città di Palermo da 1557 al 1599.
(da Mario Di Liberto: Nuovissimo stradario storico della città di Palermo)
La loro importanza
Entrambi i cronisti rappresentano voci significative per comprendere la Palermo del XVII secolo. I loro diari sono fondamentali per chi studia la storia urbana, politica e culturale della città, e documentò trasformazioni come quelle urbanistiche che portarono alla creazione dei Quattro Canti.
Collocazione dei diari
I diari di Paruta e Palmerino sono citati in numerose opere di storiografia siciliana, ma i testi originali sono oggi difficili da reperire integralmente. Molte delle informazioni che riportano sono conservate in archivi storici o integrate in raccolte di cronache pubblicate nei secoli successivi.
Allegoria della piazza detta anche Teatro del sole (tratta da Luce di tede1)
La data del 21 ha un significato?
Il 21 dicembre si festeggia anche san Tommaso. Il legame tra la figura di San Tommaso e la posa della prima pietra per la costruzione di Piazza Villena potrebbe essere interpretato su diversi livelli, sia simbolici che pratici: San Tommaso, noto per il suo scetticismo, rappresenta un richiamo alla verifica concreta e alla trasformazione del dubbio in certezza: un parallelo, forse, con l’ambizione di trasformare lo spazio urbano in qualcosa di tangibile e ordinato? La figura del santo, patrono degli architetti e rappresentante del passaggio dal dubbio alla fede, ben si presta a rappresentare il significato profondo di un’opera che intendeva rinnovare e ridefinire l’identità di Palermo attraverso l’architettura. San Tommaso è tradizionalmente associato agli architetti e ai costruttori, la scelta del 21 dicembre potrebbe essere interpretata come una invocazione alla protezione del santo su un progetto architettonico così importante, considerato il cuore del rinnovamento barocco della città.
Data simbolica: il solstizio d’inverno
Il 21 dicembre coincide con il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, che nella simbologia cristiana è legato al concetto di rinascita e luce. La scelta di questa data potrebbe rafforzare il legame con San Tommaso, il cui percorso dalla “notte del dubbio” alla “luce della fede” rispecchia il simbolismo del solstizio: l’inizio di un nuovo ciclo, sia spirituale che architettonico.
Il solstizio d’inverno è un evento astronomico che segna il momento in cui il Sole raggiunge il punto più basso nella sua traiettoria apparente nel cielo per gli osservatori dell’emisfero nord (e il punto più alto per quelli dell’emisfero sud). Si tratta di un fenomeno che dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre e dalla posizione della Terra lungo la sua orbita ellittica attorno al Sole.
Caratteristiche principali del solstizio d’inverno
Nell’emisfero nord, il solstizio d’inverno avviene generalmente intorno al 21 o 22 dicembre. È il giorno dell’anno con il minor numero di ore di luce solare e il maggior numero di ore di buio. Dopo il solstizio, le giornate iniziano progressivamente ad allungarsi nell’emisfero nord, mentre nell’emisfero sud accade il contrario.