L’8 febbraio 1743, a Roma, moriva il Cardinale Pietro Marcellino Corradini. Sepolto nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, la sua memoria vive ancora attraverso la straordinaria testimonianza delle sue virtù: luminosa fede, indomita speranza e sconfinata carità.
Nato il 2 giugno 1658 a Sezze Romano da una famiglia patrizia, il giovane Corradini ricevette una solida formazione dai Gesuiti e si distinse per intelligenza e cultura. Dopo la laurea in legge, intraprese una brillante carriera giuridica, culminando nella pubblicazione di opere fondamentali come il De Iure Prelationis e il Latium Vetus Profanum et Sacrum. Tuttavia, sentendosi chiamato a servire la Chiesa e il prossimo, si dedicò completamente al ministero sacerdotale.
San Vincenzo Maria Strambi lo descrisse come «uomo di vera pietà, di grande discernimento, di rettitudine inalterabile, d’incorrotta giustizia, di carità sviscerata, protettore e padre dei poveri». San Vincenzo Maria Strambi (1745–1824), membro della Congregazione dei Passionisti, fu vescovo di Macerata e Tolentino, dedicandosi con fervore alla riforma del clero, al sostegno dei poveri e alla promozione della fede. Canonizzato nel 1950, è ricordato come modello di carità e dedizione.
Il Cardinale dei Poveri
Corradini si distinse per il suo impegno a favore dei poveri e dei malati, soprattutto durante le calamità e le epidemie. Nel contesto della peste del 1743, Roma si trasformò in un immenso lazzaretto. Corradini, incurante dei rischi, percorse le strade visitando ammalati e disperati, offrendo conforto spirituale e materiale. Questo impegno lo portò a contrarre il morbo, che ne causò la morte all’età di 84 anni.
Tra le sue opere più significative, spicca l’istituzione dell’Ospedale San Gallicano, fondato per accogliere malati e poveri, luogo di speranza e carità. L’Ospedale San Gallicano si trova a Roma, nel rione Trastevere, precisamente in Via di San Gallicano, 25/a. Fu fondato nel 1725 per volere di Papa Benedetto XIII, su suggerimento del Cardinale Pietro Marcellino Corradini, con l’obiettivo di fornire cure gratuite ai poveri, in particolare ai malati di malattie croniche e infettive come la lebbra e la tubercolosi. La struttura, concepita inizialmente come ospizio per indigenti e bisognosi di assistenza medica, è oggi parte dell’Istituto San Gallicano (ISG), un centro di eccellenza sanitaria integrato con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.
Nel 1717 fondò l’Istituto della Sacra Famiglia, approvato da Clemente XI, con l’obiettivo di educare le giovani povere. Da questa iniziativa nacque la Congregazione delle Suore Collegine della Sacra Famiglia, che si diffuse rapidamente in Sicilia e oltre. Le “Collegine” si dedicarono all’istruzione integrale delle fanciulle, promuovendo sia la crescita culturale che quella spirituale.
cardinale nel 1712, Corradini svolse ruoli di grande responsabilità nella Curia Romana. Fu Prefetto della Sacra Congregazione del Concilio di Trento, si distinse in delicate missioni diplomatiche e contribuì alla soluzione di controversie tra la Chiesa e i sovrani europei. Nonostante gli incarichi prestigiosi, rimase sempre fedele al suo carisma di servizio agli ultimi, vivendo con sobrietà e dedicandosi al bene della comunità cristiana.
Il carisma del Cardinale Corradini, radicato nell’amore per Dio e per il prossimo, si manifestò nell’azione concreta e nella fondazione di istituzioni che continuano a influenzare positivamente la società. Il suo esempio resta un modello di umiltà, compassione e dedizione.
Il monumento che lo ricorda nella Basilica di Santa Maria in Trastevere celebra non solo un principe della Chiesa, ma un uomo che visse per dare dignità ai più poveri, incarnando il messaggio evangelico del date pauperibus.
La vita e le opere del Cardinale Pietro Marcellino Corradini rappresentano un esempio straordinario di fede e azione in un periodo complesso e contraddittorio come il XVIII secolo, l’epoca dell’Illuminismo. In un contesto storico caratterizzato da profondi cambiamenti sociali e culturali, che vedevano da un lato l’ascesa della ragione e del pensiero critico e dall’altro le disuguaglianze sociali e le crisi sanitarie, Corradini incarna un modello di carità attiva e concreta, capace di dialogare con le necessità del tempo.
La sua attenzione verso i poveri, gli ammalati e le categorie più vulnerabili della società emerge come un tratto distintivo del suo ministero. La fondazione dell’Ospedale San Gallicano, dedicato alla cura gratuita dei poveri affetti da malattie croniche e infettive, rappresenta una risposta audace e visionaria a un’emergenza sociale e sanitaria che affliggeva la Roma del Settecento. Questo gesto non fu solo un atto di carità, ma anche un segno tangibile della sua capacità di unire competenza amministrativa, sensibilità umana e profonda spiritualità.
L’istituzione dell’Istituto della Sacra Famiglia e della Congregazione delle Suore Collegine rivela un altro aspetto fondamentale del suo operato: l’attenzione all’educazione e alla promozione delle giovani donne, specialmente quelle più svantaggiate. In un’epoca in cui l’accesso all’istruzione era riservato a pochi, il suo impegno per l’istruzione integrale delle ragazze rappresentava un segnale di progresso e un investimento nella dignità della persona umana.
La sua attività diplomatica e il ruolo nella Curia Romana testimoniano, inoltre, la sua capacità di affrontare le sfide politiche e istituzionali del tempo senza mai tradire il suo carisma di servizio agli ultimi. Nonostante gli incarichi prestigiosi, rimase fedele a uno stile di vita sobrio e orientato alla cura del prossimo, incarnando pienamente l’ideale evangelico del date pauperibus.
La figura del Cardinale Corradini si staglia come un ponte tra il messaggio del Vangelo e le esigenze del suo tempo, mostrando come sia possibile vivere una fede che non si limita alla contemplazione, ma si traduce in azione concreta, in risposta alle sofferenze e alle ingiustizie.
Il suo esempio ci invita ancora oggi a riflettere sull’importanza della carità intesa non come gesto isolato, ma come impegno sistematico e strutturato per costruire una società più giusta e solidale.
La Lezione di Pietro Marcellino Corradini per un Mondo più Giusto
Cosa può insegnarci, oggi, la figura di un cardinale del Settecento? Potrebbe sembrare lontano il tempo in cui Pietro Marcellino Corradini percorreva le strade di Roma, immerso nel caos di un’epoca segnata da epidemie, disuguaglianze sociali e grandi trasformazioni culturali. Eppure, il suo esempio ci parla con una forza straordinaria, forse più che mai necessaria in un mondo che, nonostante i progressi, continua a confrontarsi con le stesse sfide: la povertà, l’ingiustizia, l’accesso diseguale all’educazione e alle cure mediche.
Corradini non fu un uomo di grandi proclami o di gesti isolati. Il suo era un impegno concreto, radicato nell’umiltà e nel servizio. Fondare un ospedale come il San Gallicano non significava solo offrire cure gratuite ai poveri e ai malati di malattie infettive. Significava riconoscere il valore intrinseco di ogni essere umano, anche quando la società del tempo li relegava ai margini, privandoli di dignità. Oggi, questo gesto ci ricorda che un sistema sanitario giusto non è un lusso, ma un diritto fondamentale, un pilastro di ogni comunità civile.
La sua dedizione all’educazione delle giovani donne povere, attraverso l’Istituto della Sacra Famiglia, va oltre i confini del suo tempo. In un’epoca in cui l’istruzione era riservata a pochi privilegiati, Corradini scelse di investire in quelle che la società considerava “le ultime”, offrendo loro strumenti per costruire un futuro diverso; è una lezione che possiamo fare nostra, oggi, in un mondo dove ancora milioni di bambini e bambine vedono negato il diritto all’istruzione. E poi c’è il suo stile di vita, così distante dai fasti e dalle vanità del potere. Nonostante i ruoli di prestigio nella Curia Romana, Corradini rimase fedele a un ideale di sobrietà e servizio. In tempi come i nostri, dove spesso chi guida si allontana dai bisogni reali delle persone, la sua figura ci invita a riscoprire un modo diverso di essere leader: un modo che non guarda al proprio tornaconto, ma al bene comune.
Ma la parte più commovente della sua eredità è forse il coraggio di affrontare la sofferenza. Durante la peste che colpì Roma nel 1743, Corradini non si ritirò in un luogo sicuro. Scelse di camminare tra gli ammalati, di ascoltare, di tendere una mano. La sua vita si concluse così, donata completamente agli altri. Questo non è solo un gesto del passato, ma un richiamo potente per noi, oggi, a non distogliere lo sguardo davanti alla sofferenza altrui, a non rimanere indifferenti.
Il messaggio del Cardinale Corradini è una sfida a riconsiderare cosa significhi davvero “servire”. La sua carità non era una risposta impulsiva, ma un impegno sistematico, un’azione pensata per costruire qualcosa che durasse. E noi? Siamo disposti a investire il nostro tempo e le nostre risorse per costruire una società più giusta e inclusiva?
Guardare alla figura di Corradini non è solo un esercizio storico, ma un invito a riflettere su ciò che possiamo essere. Nel rumore del nostro tempo, dove troppo spesso prevalgono divisioni e disuguaglianze, il suo esempio è una guida che ci ricorda che la vera grandezza si misura nella capacità di servire e amare.