Nel suo libro “Un solo re, un solo impero“, Geoffrey Parker fornisce al suo pubblico di lettori una dettagliata biografia di Filippo II, ponendo il sovrano al centro di un’analisi che esplora la politica, la religione, l’economia e la cultura dell’epoca.

L’opera rappresenta non solo un contributo fondamentale alla comprensione del re, ma anche un esempio straordinario di come si possa scrivere una storia globale che tenga conto delle molteplici interconnessioni tra Europa, Asia, Africa e Americhe nel XVI secolo.

Geoffrey Parker

Geoffrey Parker, uno dei più eminenti storici contemporanei specializzati nell’epoca moderna, in particolare della Spagna, adotta una scrittura chiara e incisiva, capace di coniugare un’analisi accademica rigorosa con un linguaggio accessibile, rendendo il libro una lettura indispensabile per gli studiosi, ma anche per i lettori interessati a comprendere uno dei periodi più affascinanti della storia mondiale.

L’autore è celebre per il suo metodo di ricerca interdisciplinare e per l’uso di un’enorme varietà di fonti storiche, che combina l’analisi macro (la storia delle grandi strutture politiche, economiche e culturali) con quella micro (l’analisi di eventi specifici e delle persone coinvolte). Egli ha il merito di aver rivoluzionato lo studio della Spagna imperiale e di Filippo II, contrapponendosi a narrazioni precedenti che spesso descrivevano il sovrano come un tiranno bigotto o un amministratore ossessivo incapace. Merito di tale abbondanza di informazioni lo si deve soprattutto all’accesso privilegiato dell’autore a un’enorme mole di documenti, molti dei quali conservati negli archivi spagnoli, come il celebre Archivo General de Simancas.

Tra le fonti principali emergono la corrispondenza personale di Filippo II (oltre 20.000 lettere), documenti di stato, relazioni diplomatiche e rapporti militari. Questo materiale consente all’autore di dipingere un ritratto vivido del re non solo come sovrano, ma anche come uomo, padre e amministratore.

Ciò che rende unica l’opera di Parker è la capacità di collegare i suoi dettagli personali, ai grandi eventi del suo regno. Questo doppio sguardo permette al lettore di comprendere non solo le azioni del sovrano, ma anche le loro conseguenze in un Impero che si estendeva su quattro continenti.

“Un solo re, un solo Impero. Filippo II di Spagna” di Geoffrey Parker

Questa biografia si apre con una prefazione volta a meglio identificare l’aspetto caratteriale e intimo del re, il quale era solito scrivere appunti a sé stesso riguardanti desideri e sentimenti (data la sua scarsa memoria). Troviamo anche un appunto psicologico a opera dello psichiatra Vereker, che identifica quella di Filippo II come una personalità ossessiva (pensiamo alla sua mania di collezionismo) affetta da depressione e con salute fisica estremamente cagionevole. Fu per questo motivo ch’egli sviluppò una vera e propria fissazione sia per il suo stato di salute che per la sua igiene personale.

Il libro vero e proprio dedica ampio spazio all’infanzia e alla giovinezza di Filippo II, un periodo fondamentale per comprendere il sovrano che sarebbe diventato. Nato nel 1527, Filippo fu cresciuto in un ambiente rigidamente cattolico, sotto la guida di suo padre, l’imperatore Carlo V, una delle figure più imponenti del suo tempo.

Carlo V vedeva in Filippo il successore ideale per portare avanti il suo sogno di unificare la cristianità e preservare la grandezza dell’impero asburgico. Questa visione influenzò profondamente la formazione del giovane principe, che fu educato a essere un sovrano diligente, disciplinato e devoto. La prima istruzione del promesso sovrano passò da insegnante a insegnante, ma non riuscì mai a fargli dominare le lingue straniere utili per governare il regno al meglio (errore che evitò di commettere per Filippo III, al quale venne insegnato il francese). A eccezione della questione linguistica, la formazione di Filippo II fu vasta e attenta, spaziando dalla morale all’insegnamento letterario, dalle virtù fisiche a quelle artistiche, fino alle abitudini che un buon governatore doveva possedere.

l merito per la buona educazione del figlio va in larga parte allo stesso Carlo V, il quale, seppur a distanza, gli mandava per via epistolare insegnamenti, consigli e strategie utili per diventare un governatore altrettanto abile. Anche dopo la sua abdicazione, avvenuta nel 1555, non smise mai di guidare il figlio, almeno finché la morte non sopraggiunse nel 1558. È proprio in tal contesto che l’autore sottolinea il rapporto personale tra Carlo V e Filippo. Nonostante il loro legame fosse marcato da un profondo rispetto, il giovane principe viveva sotto l’ombra imponente del padre, un uomo che incarnava l’ideale del monarca guerriero. Filippo, al contrario, non era un leader militare carismatico, ma un amministratore instancabile. Troviamo dunque nelle parole di Parker due personalità molto diverse a confronto e in conflitto tra loro.

Ritratto di Filippo II 1527 – 1598, Re di Spagna e Portogallo , opera di Alonso Sánchez Coello

Il giovane predestinato divenne ben presto “uno spagnolo tra gli spagnoli” colto e pieno di passioni, tra le quali la lettura (che insieme alla scrittura gli fece conseguire nel corso del tempo il titolo di “re delle carte”), la caccia, la musica e il ricamo, ma impiegava anche buona parte del suo tempo con la preghiera.

Il libro esplora la vita e il regno di Filippo II fino alla sua morte nel 1598. L’autore non si limita a narrare gli eventi principali, ma analizza le dinamiche politiche, sociali ed economiche che li sottendono.

Parker descrive in dettaglio come i primi viaggi e le esperienze personali di Filippo abbiano contribuito a formare la sua visione politica. Durante la reggenza in Spagna (mentre Carlo si trovava all’estero), Filippo fu esposto direttamente ai problemi del regno e iniziò a sviluppare il suo stile amministrativo, caratterizzato da una grande attenzione ai consigli e ai pareri scritti. Parker evidenzia come Filippo preferisse delegare molte delle questioni militari ai suoi generali, concentrandosi invece sull’aspetto organizzativo e strategico.

La sua esperienza all’estero, tra cui i viaggi nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia, permise a Filippo di conoscere le diverse culture e realtà del vasto impero che avrebbe governato. Parker interpreta questi viaggi come tappe fondamentali nella costruzione della sua identità di monarca cosmopolita, ma anche come momenti in cui Filippo prese coscienza delle difficoltà di mantenere unito un impero così diversificato. La giovinezza, dunque, fu un periodo in cui la sua visione politica e la sua fede cattolica si consolidarono, preparandolo ad affrontare le immense sfide che lo attendevano.

Il Regno di Filippo II di Spagna

Filippo II, come ben sappiamo, ereditò uno dei più vasti imperi della storia, e nel libro viene descritto con precisione come il sovrano tentò di governarlo attraverso una rete burocratica senza precedenti. L’attenzione ai dettagli amministrativi, se da un lato rappresentò un punto di forza, dall’altro si trasformò spesso in un limite, rendendo il processo decisionale lento e macchinoso.

Il ruolo del sovrano come difensore del cattolicesimo durante la Controriforma fu fondamentale per l’Impero, in particolare nella lotta contro il protestantesimo nei Paesi Bassi, il conflitto con l’Inghilterra di Elisabetta I e il sostegno ai cattolici durante le guerre di religione in Francia.

Il libro dedica quindi ampio spazio ai principali conflitti del regno, come la battaglia di Lepanto, il fallimento dell’Invincibile Armada e le guerre nei Paesi Bassi. Vengono analizzati non solo gli eventi militari, ma anche le implicazioni economiche e sociali di queste guerre per il regno spagnolo.

La biografia di Parker avvicina la sfera pubblica di governante e quella privata di persona, offrendoci anche un ritratto intimo di Filippo che ci mostra un uomo devoto, disciplinato, ma anche ossessionato dal controllo. Il re emerge come una figura complessa, la cui vita privata influenzò profondamente le sue scelte politiche.

Questo libro rappresenta una pietra miliare negli studi su Filippo II e sul suo regno per diverse ragioni. Innanzitutto, l’approccio di Parker va oltre le narrazioni tradizionali che tendevano a glorificare o demonizzare il sovrano. Un altro elemento rivoluzionario è l’attenzione da parte dello storico alle interconnessioni globali dell’impero di Filippo II. L’autore dimostra come eventi lontani, per esempio le rivolte nelle Filippine o le esplorazioni nell’America del Sud, influenzassero le decisioni politiche e militari prese a Madrid. Questo approccio globale anticipa molte delle tendenze storiografiche contemporanee, rendendo il libro sorprendentemente attuale.

Un solo re, un solo impero“, alla luce di quanto detto, non è a mio parere solo un libro di storia: è una lezione su come il passato possa essere analizzato con rigore, empatia e visione critica. Parker non si limita a raccontare i fatti; li interroga, li collega e li rende vivi, offrendo una narrazione avvincente che cattura la complessità dell’epoca. La lettura di questo libro non solo arricchisce la nostra comprensione di Filippo II, ma ci invita a riflettere su questioni universali, come la natura del potere, le sfide della globalizzazione e il rapporto tra fede e politica.
In conclusione, Geoffrey Parker ha realizzato un’opera monumentale, che ridefinisce il modo in cui la storia può essere studiata e narrata.

Di Maria Giulia Arcoria

Maria Giulia Arcoria, studentessa universitaria con la passione per la scrittura. Ha imparato ad apprezzare il linguaggio e il valore delle favole sin da bambina, leggendo i suoi autori preferiti, tra cui Jill Barklem, scrittrice e illustratrice britannica, nota principalmente per la serie di libri per bambini Boscodirovo, e Gianni Rodari, noto scrittore, pedagogista e poeta italiano. Scrive racconti per passione. Ha pubblicato per Sicilia Buona racconti, diversi articoli di approfondimento su temi di attualità e recensioni di libri. Sogna di trovare la sua strada nel mondo e di lavorare con i bambini. Sogna, inoltre, di pubblicare presto le sue favole e di poter raggiungere con l’arte della parola l’immaginazione ed il cuore di tutti i bambini del mondo.