Barbara De RossiBarbara De Rossi

Intervista a Barbara De Rossi realizzata da Maurizio Piscopo

Da RIPOST l’intervista di Maurizio Piscopo all’attrice Barbara De Rossi.

“Le donne sono come le stelle, per quanto tu possa chiudere gli occhi loro ti illumineranno sempre”!

L’arte e gli artisti fanno parte della mia vita. Barbara De Rossi è molte cose insieme, con mille qualità. Lei non è soltanto l’attrice, è la bellezza irraggiungibile, la voce vellutata dagli occhi profondi “arrubacori”, l’artista universale e polivalente, il sogno proibito degli italiani.

Se le nostre città avessero un volto avrebbero il suo sorriso e il suo sguardo cangiante. Se fossi stato un pittore l’avrei dipinta mentre guarda il mare di Trapani con quello sguardo malinconico e profondo, ma essendo un suonatore di strada, le ho dedicato un brano strumentale alla fisarmonica, un’aria parigina musette da chansonnier, per manifestare la mia gratitudine e quella di tutti gli artisti che sanno apprezzare la perfezione che lei esprime in tutto quello che fa.

Nel 1993 ho scritto al sindaco di Roma Francesco Rutelli e gli ho proposto di premiare le donne che in Italia hanno fatto grandi cose, di premiare Barbara De Rossi per il suo talento e il suo grande contributo alla cultura del nostro Paese. Il sindaco ha risposto alla mia lettera con un certo ritardo, dicendo che era una bellissima idea, ma la cosa finì lì! Di attrici come Barbara ne nasce una ogni cento anni. Confesso, che durante i miei viaggi l’ho cercata a Roma, Palermo e Milano, ma non ho avuto la fortuna di incontrarla.

Desidero iniziare l’intervista con una pagina tratta dal suo libro “Bibbi esci dall’acqua” pubblicato da Rizzoli…

“A volte basta uno sguardo, un gesto semplice, un sorriso appena accennato per sentire la voglia di raccontare tutto di sé a un’estranea. E’ quello che accade a Barbara De Rossi e Beatrice, che ha una sciarpa grande a coprirsi il viso e la voce insolitamente flebile e roca. Settimana dopo settimana, sul Frecciarossa Roma-Torino i loro incontri si fanno sempre meno casuali, e Barbara parla per la prima volta delle gioie ma anche delle ombre che si celano dietro i loro sorrisi luminosi con i quali si mostra al mondo: l’infanzia a Rimini e l’esordio quasi casuale al cinema a soli sedici anni, con il padre che le accorda il permesso solo quando Marcello Mastroianni chiama personalmente a casa; il trasferimento a Roma segnato dalla precoce perdita dell’amatissima madre, un primo matrimonio andato male, un secondo intenso e travolgente, finito anch’esso, ma dal quale ha avuto in dono la figlia Martina.

Fino ad arrivare a un amore sbagliato, quando un grande sogno si rivela solo un grande errore e la favola si trasforma in un incubo. Quell’amore sbagliato che spesso entra nella vita delle donne e le costringe ad essere più coraggiose che mai. In “Bibbi esci dall’acqua” Barbara De Rossi apre il suo cuore ai ricordi trovando la delicatezza di parlare di sé e di tutte le donne che vogliono essere forti senza perdere la dolcezza, sicure senza nascondere le fragilità, e che vogliono continuare a credere in se stesse, a lottare, a sognare a splendere”…

L’11 marzo del 1984 la Rai ha trasmesso la prima delle sei puntate dello sceneggiato “La piovra”, diretto da Damiano Damiani e seguito da milioni di persone in tutto il mondo. Quella fu l’occasione in cui per la prima volta scoprii la bravura e la bellezza di Barbara De Rossi, grande attrice internazionale che ha fatto parlare molto di sé, capace di personalizzare i ruoli in maniera indimenticabile. Un’attrice nata per il palcoscenico, per l’arte e per la felicità di chi ama il teatro, il cinema e la bellezza…

RITRATTI, L’INTERVISTA DI MAURIZIO PISCOPO ALL’ATTRICE BARBARA DE ROSSI. DA RIPOST

Barbara De Rossi

D: Quando inizia la sua vita artistica?

R: La mia vita artistica inizia a quasi 16 anni dopo aver vinto un concorso di bellezza, teen-ager Italia, ho interpretato il film “Così come sei” di Alberto Lattuada con Marcello Mastroianni.

D: Cosa ricorda della sua infanzia, qual è il primo libro che ha letto, il primo film che ha visto?

R: Ricordo un’infanzia molto serena insieme a mia madre Sofia e ai miei fratelli, ricordo il venerdì come una festa, perché mio padre Gilberto tornava a casa dal lavoro. Il primo libro che ho letto è stato il “Diario di Anna Frank” e il primo film che ho visto “La vita è meravigliosa” con James Stewart.

D: Con quali registi e attori ha lavorato?

R: Ho avuto la fortuna di lavorare con Carlo Lizzani, Damiano Damiani, Claude Chabrol, Alberto Negrin, Antonio Frazzi, ma anche con attori nazionali e internazionali eccezionali. Antony Hopkins, Bob Hoskins, Brad Davis, Klaus Maria Brandauer, Annie Girardot, Susan Sarandon, Michele Placido, Massimo Ghini, Cristopher Plummer, Anna Strasberg, Marcello Mastroianni e tantissimi altri. La mia formazione è stata ad altissimo livello.

D: Un ricordo dello sceneggiato “La piovra” con la regia di Damiano Damiani che ha avuto un successo planetario…

R: Con “La piovra” ho avuto il piacere di incontrare il grande regista Damiano Damiani e di scoprire un nuovo linguaggio televisivo, un modo di girare cinematografico. Ricordo il rigore di Damiani, la sua intelligenza, la sua attenzione nel prepararmi alle difficili scene da tossicodipendente nel ruolo di Titti Pecci Scialoia. Ricordo la sua competenza nel dirigere gli ottimi attori Michele Placido e Flavio Bucci, Angelo Infanti, meravigliosi compagni di viaggio dai quali così giovane, ho imparato tantissimo. Ricordo con gioia l’ospitalità siciliana a Palermo e Trapani.

D: Cosa preferisce fra cinema, tv e teatro?

R: Domanda complessa. L’obiettivo del cinema e della fiction è lo stesso. Il teatro ha un approccio diverso nel rapporto immediato con il pubblico, dove ricevo un’energia e una sensazione istantanea oltre che a godere della scelta appunto del pubblico, che esce di casa per venire a vederti. Se parliamo di conduzione non sono propriamente una conduttrice classica.

D: Cosa ricorda dell’esperienza televisiva di “Amore Criminale” ?

R: “Amore Criminale” è nel mio cuore. E’ una trasmissione particolare dove il racconto ha la precedenza su tutto. Chi conduce deve accompagnare chi guarda in un viaggio doloroso. Vivere e raccontare il dolore di qualcuno non è mai semplice. Io ho cercato di farlo in punta di piedi, senza spettacolarizzare, non è uno show personale, semmai la capacità di raccontare con passione, fermezza, rispetto e comprensione una vicenda tristissima, che sia di monito per chi guarda. “Amore Criminale” è arrivato a coronamento di un impegno che ho dal ‘ 98 nei confronti delle donne. L’amplificazione di un impegno che ho con la mia associazione da molto prima che esistessero le trasmissioni e da molto prima che i media si interessassero in maniera cosi massiccia del femminicidio.

D: In quanti film ha recitato?

R: Circa 80

D: Qual è il film a cui si sente più legata?

R: Non posso rispondere a questa domanda perchè sono tanti i film che ho amato e in un modo o nell’altro, sono segni di un percorso, di una maturazione. Sono incontri importanti.

D: Perché c’è tanta violenza contro le donne, che cosa non hanno ancora capito gli uomini del mondo femminile?

R: Non è una questione di quello che gli uomini non hanno capito del mondo femminile. E’ il gap culturale molto profondo. La donna non è una proprietà, l’amore non è un contratto, la donna non è inferiore all’uomo e ha il diritto alla sua realizzazione, ma anche a chiudere una relazione sentimentale o un matrimonio. Purtroppo sono tante le cose da smontare e ricostruire. L’identità femminile deve essere autonoma, sono tanti i passi da fare ancora per la violenza contro le donne. E’ importante proteggere realmente le donne che denunciano, inasprire provvedimenti sullo stalking per fermare chi è intenzionato a far del male o a rendere la vita della vittima impossibile. Il braccialetto elettronico deve diventare pratica comune per non far evadere i carnefici dai domiciliari…

D: Che cosa prova una donna quando incontra una donna più bella?

R: Se una donna incontra una donna più bella, ed è una donna intelligente e risolta, sorride. La bellezza è luce. Non può che far piacere!

D: Qual è il suo rapporto con lo specchio?

R: Il mio rapporto con lo specchio è sereno. So che sto invecchiando e accetto i cambiamenti, così come però godo della maturazione del mio mondo interiore. Tutto si affina, diventa più ricco, l’anima, l’intelligenza, il sapere, l’esperienza nella vita e nel lavoro.

D: Cosa ci salverà la bellezza, il teatro, il cinema o la letteratura?

R: Noi salveremo noi stessi se ci rendiamo conto di come e quanto stiamo distruggendo il nostro mondo, di come perdiamo valori e principi, di come a volte la bellezza è nella letteratura, è nel cinema, nel teatro, un patrimonio di cui tutti possono godere, una fonte di bellezza da cui attingere per ricordarci di cosa è capace l’essere umano.

D: Cosa può dire dello spettacolo teatrale “Il padre della sposa” ?

R: “Il padre della sposa” ci sta dando grandi soddisfazioni, abbiamo registrato un’affluenza altissima di pubblico, quasi sempre il sold out. Siamo un gruppo di attori molto affiatati, nonostante sia la prima volta che lavoriamo insieme. La regia di Gianluca Guidi, meraviglioso regista, autore anche delle musiche, ha reso lo spettacolo divertentissimo ma elegante, lavorando su ognuno di noi al massimo delle sue e nostre capacità. Il mio rapporto in scena con Gianfranco Iannuzzo è veramente bellissimo perchè oltre ad essere un bravissimo attore è anche umanamente una persona stupenda.

D: Quali sono i suoi progetti per il futuro?

R: C’è il teatro nella mia vita e ci saranno progetti di teatro.

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