NICOLA MORRA @SiciliabuonaNICOLA MORRA @Siciliabuona

Abbiamo voluto ascoltare anche il parere di NICOLA MORRA, ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, in merito alla cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro.

In questa intervista Nicola Morra ci aiuta a fare alcune riflessioni interessanti anche riguardo alle reazioni dei cittadini di Castelvetrano, città natale del boss finalmente arrestato.

NICOLA MORRA:”NON GIUSTIFICO MA CAPISCO LA PAURA DEI CITTADINI. LO STATO E’ MOLTO SPESSO ASSENTE”
Sicilia Buona

Nicola Morra racconta: “Insieme a Giuseppe Cimarosa, figlio del collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni ha permesso l’arresto di Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo Messina Denaro, abbiamo organizzato una manifestazione alla quale hanno partecipato ventiquattro persone, esclusi i giornalisti. Fra l’altro c’è stata quasi la percezione che anche lo stesso sindaco sia arrivato là senza avere la forza di convocare a sé la parte della popolazione che lo ha votato, in una cittadina con 38 mila residenti.

Il sindaco aveva assicurato per quel pomeriggio l’assenso e il patrocinio al corteo, ma poi non ha fatto chiudere le strade. Avremmo voluto fare un corteo per arrivare sotto casa di Matteo Messina Denaro con un foglio bianco a simboleggiare la nostra richiesta al latitante, ora arrestato, di scrivere adesso lui quanto sa, perché altrimenti la storia degli ultimi 40 anni resterà una pagina bianca. Alla fine c’erano solo 24 cittadini. Non una partecipazione significativa.”

NICOLA MORRA: “LO STATO IN QUEI TERRITORI E’ SPESSO ASSENTE”

“Devo anche riconoscere – conclude Nicola Morra – che lo Stato in quei territori è assente molto spesso. Io non giustifico, ma capisco la paura, poi so che la paura va superata, bisogna comunque gettare il cuore oltre l’ostacolo e che la testa non va abbassata. So anche che lo Stato là è un concetto metafisico irrealistico, è qualcosa di cui si avverte soprattutto l’assenza, anche perché ieri c’eravamo e c’erano anche le forze dell’ordine, carabinieri, polizia, Digos, e poi una cinquantina di operatori dell’informazione… ma fra una settimana chi rimarrà a Castelvetrano?

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