ORGANIZZARSI DAL BASSO CONTRO LA CRISI ECONIMICA E SOCIALE DEL PAESE
SICILIA BUONA intervista FRANCESCO CAPPELLO, docente, studioso di modelli economici alternativi, giornalista e blogger, per parlare di sistemi monetari alternativi e paralleli, nonché di soluzioni concrete ai problemi che oggi affliggono l’economia reale del Paese.
La crisi economica accentuata da questi anni di pandemia, ha messo seriamente in difficoltà imprenditori, commercianti e professionisti.
Mentre le grandi multinazionali approfittano per fare “shopping” sul territorio italiano acquistando a prezzi vantaggiosi attività commerciali e aziende ormai fallite, il governo non riesce a difendere e tutelare il tessuto economico e produttivo nazionale.
Capita, così, di leggere notizie che non possono lasciare indifferenti, come quella dell’imminente chiusura dello stabilimento Pfizer di Catania.
Il colosso farmaceutico che in questi anni ha raddoppiato il proprio fatturato, ha deciso di delocalizzare. I lavoratori a rischio sono circa 800 di cui 200 giovani con contratto a tempo determinato. Tutto ciò accade malgrado le più rosee previsioni per il futuro dell’azienda. Infatti l’Amministratore delegato Pfizer, Albert Bourla, ha affermato recentemente che ci si aspetta nei prossimi anni un vero e proprio boom del settore farmaceutico.
«Le grandi multinazionali che si installano sul nostro territorio – spiega Francesco Cappello – hanno una caratteristica, ovvero funzionano in modo estrattivo: estraggono il più possibile ricchezza da un territorio e quando ritengono sia il caso, se ne vanno. La regolamentazione del diritto al lavoro consente a queste multinazionali di spadroneggiare […] Dovremmo iniziare a regolamentare i loro comportamenti con contratti stringenti.»
Organizzazione dal basso: la necessità di cambiamento dà vita a realtà che funzionano
Francesco Cappello parla di esempi di organizzazione dal basso:
«Quando riusciamo ad organizzarci e a fare da noi, spesso facciamo molto bene. Lo abbiamo visto in diverse situazioni. Ad esempio con le cure domiciliari per la Covid: quando moltissimi medici si sono resi conto che il protocollo ufficiale non era la giusta cura, si sono riorganizzati dal basso, confrontandosi, dando vita ai vari comitati come quello delle Cure domiciliari precoci oppure Ippocrate.org.
Anche Sfero è un social nato dal basso e che si propone di superare quelle condizioni che tutti subiamo nei grandi social, dove si è censurati, dove visibilità ed interazioni sono limitate.
Così è accaduto anche nel mondo dell’informazione che ha dei limiti enormi: assomiglia molto spesso ad un sistema di propaganda a reti unificate ventiquattro ore su ventiquattro! In molti abbiamo sentito la necessità di intervenire in questo settore. Sono nati molti canali di informazione indipendente.
Un esempio è il canale 262 del digitale terrestre, ovvero Byoblu di Claudio Messora, che è diventata una televisione nazionale. Posso citare anche il Piano di Salvezza Nazionale che nasce anch’esso dal basso, concepito da economisti come Guido Grossi, Antonino Galloni, Marco Cattaneo e così via, che ci permetterebbe di valorizzare risorse endogene, ricchezza endogena e sganciarci da tutti quei vincoli che schiavizzano il nostro Paese.»
Il futuro nelle mani dei cittadini
«Noi come cittadini abbiamo la possibilità di valorizzare la nostra stessa produzione locale, cercando di chiudere il cerchio dell’economia su scala locale, invertendo quel processo patologico che ci sta portando ad usare sempre di più i prodotti delle grandi multinazionali. Perché, man mano che si desertifica il territorio del tessuto tradizionale, questo viene sostituito dai grandi centri commerciali e dalle multinazionali che hanno quel comportamento estrattivo di cui parlavamo prima. Tutto questo naturalmente non ci fa bene.
Noi dobbiamo pensare a dare una prospettiva ai giovani. Se riusciamo a salvare il nostro patrimonio di competenze e di micro aziende, la via della speranza diventa una via concreta, strutturata e che dà garanzia di futuro. Io spero che questo invito ad esplorare queste possibilità si faccia strada anche sul territorio siciliano, che ha tantissimo da offrire.»
L’intervista e i quesiti fondamentali
Parliamo, dunque, di sistemi monetari paralleli. Quanti e quali sono in Italia oggi i sistemi monetari paralleli? Chi può fare parte di questo genere di circuiti?
Come viene stabilito il prezzo di beni e servizi? Ci sono limiti nelle quote monetarie che si possono accumulare o spendere?
Quali sono i vantaggi per chi entra a farne parte? Quali sono le differenze fra Sardex, Etix (in Monethica) e Fly (in Barterfly)? E’ possibile convertire una moneta parallela in euro?
Ne parliamo con Francesco Cappello in questa video intervista per Sicilia Buona.
Grazie per aver affrontato l’argomeno. Io faccio parte di un gruppodi persone, per la maggior parte piccoli contadini, che da alcuni anni stiamo ragionando sulla moneta “comlementare”. per ora abbiamo definito ben poco se non che il nostro punto di riferimento privilegiato è il BUS (buono dim uscita solidale) presente all’interno del DES di Reggio e Parma, promosso da Mag6. Abbiamo anche il nome, MoMa (moneta maremmana) e il materiale cartaceo pronto per essere distribuito. Ma siamo arenati da un po’ di tempo complice anche l’ammutolimento che si è creato con la storia del covid (quindi in controtendenza forse rispetto a Burterfly). La nostra moneta, per come l’abbiamo pensata dovrà avere una dimensione zonale, più o meno corrispondente alla provincia di Grosseto. Di recente, ho anche pensato che potremmo svincolare la nostra moneta dall’euro partendo dal lavoro come parametro di riferimento. Ad esempio 1 ora di lavoro vale 10 MoMa. I prezzi in questo modo potrebbero anche essi svincolarsi da quelli del mercato generale in euro, ma rapportati all’unità di misura ora di lavoro. Per fare questo potremmo avere bisogno di un comitato che stabilisca dei range di prezzi. Con questo concetto intendo oltre ad eliminare tutti i meccanismi speculativi già presenti nelle altre monete, anche rendersi indipendenti dalla diminuzione del potere di acquisto dell’euro. Più o meno l’idea che è appena abbozzata, prevede che l’emissione del dennaro avviene ogni qual volta un datore di lavvoro che pagherà il lavoratore che accetta i MoMa, ne è sprovvisto perché li ha già utilizzati tutti e al momento non ne ha ricevuti abbbastanza dalle proprie vendite. Ossia, tutte le volte che ce n’è bisogno, perché il mercato si sta allargando si immette nuova MoMa e la via principale per immetterla è quella detta sopra.
Mi piacerebbe avere un riscontro su questo ragionamento.
Grazie
Complimenti per l apertura mentale ..Esiste la Tripartizione di Rudolf Steiner ,Argo Vilella, Nicola Bellia ecc, illuminante. se i soldi non bastano per pagare glj operai ,si cambino prodotti di vendita, si slternino ad altri. Dinamicita’ produttive. Deve eleggere un Consigliere degli Acquisti o dei consumi che monitori il mercato , le necessita e le preferenze. Se e’ il caso si ribatta moneta con certificati a scadenza ( perche il danaro come le merci si consumabe al dunque lo si cambi poi con Euro ) Pur di aver smercio e clientela i vari fornitori potranno cambiare la nuova moneta o certificati, in euro.